Non manca molto. La distanza che separa la sonda Rosetta dal suo obiettivo, la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko è ormai inferiore a quella che separa la superficie terrestre da un satellite meteorologico in orbita geostazionaria e, sebbene ancora poco definita nelle immagini della camera OSIRIS (Optical, Spectroscopic, and Infrared Remote Imaging System), si intravede la forma del nucleo.
Le immagini ottenute da questo gioiello della tecnologia, in buona parte di realizzazione italiana, già lasciano presagire i molti dettagli che questa camera potrà ottenere man mano che l’obiettivo si avvicina. Dall’immagine non si ha un’idea della chioma della cometa, effetto dovuto al basso tempo di esposizione a cui è stata settata la camera.
Man mano che Rosetta si avvicinerà alla cometa, la camera OSIRIS produrrà immagini con una sempre maggiore risoluzione. Rosetta inizierà le osservazioni a distanza ravvicinata della Churyumov-Gerasimenko tra poco più di un mese e, in attesa di questo momento, ha già scoperto che la tanto desiderata meta è piena d'acqua.
Oltre le aspettative. Che i nuclei cometari fossero costituiti per lo più di ghiaccio d’acqua è noto da tempo, ma la cometa Churyumov-Gerasimenko ha lasciato tutti sorpresi in quanto la sua attuale emissione di vapore d’acqua (l’equivalente di due bicchieri d’acqua al secondo), considerando la distanza a cui si trovava dal Sole (poco più di 580 milioni di km) al momento dell’osservazione (6 giugno), supera tutte le aspettative.
Prime OSSERVAZIONI. La scoperta è stata fatta dallo strumento a microonde di Rosetta MIRO (Microwave Instrument for the Rosetta Orbiter), quando la cometa si trovava ad una distanza di circa 350.000 km e ha delle implicazioni non solo per quanto riguarda la nostra conoscenza delle comete, ma anche per la pianificazione della missione, che, per la prima volta nella storia dell’esplorazione spaziale del Sistema Solare, si poserà sulla superficie di uno di questi affascinanti corpi celesti.
«Abbiamo sempre saputo che avremmo visto vapore acqueo uscire dal nucleo della cometa, ma siamo sorpresi dall'averlo scoperto così presto», commenta il responsabile scientifico dello strumento MIRO, Sam Gulkis, dal Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA (Pasadena, California).
«Con questo ritmo riempirebbe una piscina olimpionica in circa 100 giorni. Ma, man mano che la cometa si avvicina al Sole, la produzione di vapore d’acqua e di altri gas aumenterà».
Cuore italiano. La missione Rosetta è stata realizzata dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA), con un contributo della NASA ed ha a bordo numerosi strumenti a partecipazione italiana: VIRTIS (Visual InfraRed and Thermal Imaging Spectrometer) a guida scientifica dell’INAF-IAPS, GIADA (Grain Impact Analyser and Dust Accumulator) a guida scientifica dell’Università Parthenope di Napoli, e la WAC (Wide Angle Camera) di OSIRIS a guida scientifica dell’Università di Padova.
[Per saperne di più: il cuore italiano della sonda]
Inoltre, mentre il lander Philae è il frutto della collaborazione di un consorzio composto da DLR (agenzia spaziale tedesca), dal Max Planck Institute per la Ricerca nel Sistema Solare, dal CNES, l’agenzia spaziale francese e dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). A bordo del lander, è italiano il sistema di acquisizione e distribuzione dei campioni SD2 (Sampler Drill & Distribution), a guida scientifica del Politecnico di Milano, ed il sottosistema dei pannelli solari.
La storia della sonda. Rosetta fu lanciata nel 2004 ed è composta da un orbiter, dove sono situati i sensori per gli esperimenti di remote sensing e dal lander Philae, che verrà rilasciato sulla superficie della cometa nel prossimo autunno per effettuare una serie di misure delle caratteristiche fisiche e mineralogiche della superficie e per studiare la struttura interna del nucleo.
Il principale obiettivo scientifico della missione è la comprensione dell'origine delle comete e delle relazioni tra la loro composizione e la materia interstellare, per cercare di risalire alle origini del Sistema Solare. Un obiettivo ambizioso, cui corrispondono nomi adeguati: Rosetta e Philae sono infatti, rispettivamente, un omaggio alla stele, grazie alla quale fu possibile decifrare i geroglifici egiziani, e all’isola del Nilo dove questa fu ritrovata.
Nel suo lungo viaggio verso la cometa, Rosetta ha orbitato intorno al Sole 5 volte e, nell'arco di 7 anni, ha già sorvolato tre volte la Terra, Marte nel febbraio 2007 e ben due asteroidi: (2867) Šteins, il 5 settembre 2008, e (21) Lutetia, il 10 luglio 2010.
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