Non si tratta delle tanto attese macchie solari, che dovrebbero segnare l’inizio del nuovo ciclo di attività della nostra stella, ma della silhouette della navetta spaziale Atlantis e del Telescopio Spaziale Hubble (HST) che transitano sul disco solare (Figura 1). Nel loro genere sono le uniche immagini di questo tipo finora effettuate. Sono state riprese da un fotografo professionista, Thierry Legault, in Florida, a circa 100 km a sud della base spaziale di Cape Canaveral (Kennedy Space Center) lo scorso 13 maggio alle 12:17 (ora locale), diversi minuti prima che il braccio meccanico di Atlantis afferrasse HST per iniziare i complessi lavori di manutenzione da parte dell’equipaggio della navetta. Legault ha utilizzato una camera fotografica attaccata a un telescopio amatoriale da 13 cm di apertura ed ha scattato 16 immagini consecutive con un tempo di esposizione di 1/8000.
Figura 1. La silhouette della navetta spaziale Atlantis e del Telescopio Spaziale “Hubble” proiettati sul disco del Sole.
Il giorno prima ha ripreso un’altra bellissima immagine della navetta Atlantis sullo sfondo del disco solare (Figura 2).
Figura 2. La navetta spaziale Atlantis appare proiettata sullo sfondo del disco solare, il giorno prima della “cattura” di HST effettuata con il suo braccio meccanico.
La velocità di Atlantis è di circa 7 km/s (25.000 km/h), vola ad una quota di circa 600 km, mentre la sua lunghezza e quella di HST sono, rispettivamente, di 35 e 13 metri.
Riguardo alla missione, tutto sembra procedere secondo i programmi. Gli astronauti hanno già effettuato numerose operazioni di manutenzione ed hanno sostituito con uno strumento dell’ultima generazione l’ormai “venerabile” Wide Field Planetary Camera 2 (WFPC2), che lavorava ininterrottamente dal lontano 1993, e sostituto il computer che immagazzina i dati presi dai vari strumenti di HST e gestisce il loro invio alle stazioni di controllo a terra.
Dopo questa missione di Atlantis, la cui durata è di 11 giorni con ben 5 passeggiate spaziali previste, si spera che HST possa continuare a lavorare a pieno regime sino almeno al 2014, quando dovrebbe entrare in funzione il suo successore, il James Webb Telescope, un gigante da 6,5 metri di diametro, i cui dati apriranno una nuova epoca nella storia dell’Astronomia.