Lo scopo del telescopio spaziale Nustar, lanciato dalla Nasa nel 2012, è quello di osservare e studiare l’Universo ai raggi X. Soprattutto l’Universo che si manifesta con fenomeni ad alta energia come i buchi neri, le supernovae e i quasar. E il suo compito, fino ad oggi, lo ha eseguito egregiamente. È riuscito - ad esempio - a misurare la velocità di rotazione di un buco nero per la prima volta.
ORA OSSERVA LA NOSTRA STELLA. Recentemente il suo occhio è stato rivolto anche verso il Sole, anche se non era stato previsto l’uso di Nustar per studiare questa stella. “In realtà mentre lo si costruiva qualche astronomo aveva proposto l’uso del telescopio anche per lo studio del Sole, ma mi sembrava un’idea pazza perché esso doveva risolvere i problemi dell’Universo profondo, non della nostra stella”, ha detto Fiona Harrison del California Insitute of Technology, responsabile scientifico di Nustar che sta per Nuclear Spectroscopic Telescope Array.
Ma a farle cambiare idea ci ha pensato David Smith della University of California di Santa Cruz. “Grazie alla sua sensibilità Nustar potrebbe risultare utile per studiare alcuni enigmi del Sole di vecchia data, come, ad esempio, l’esistenza di “nanobrillamenti”, ha detto l’astronomo.
RISCALDANO LA CORONA A MILIONI DI GRADI. Si tratta di fenomeni molto più in piccolo dei “brillamenti solari”, le violente eruzioni di materia che viene espulsa dalla fotosfera della stella e che generalmente emettono un’energia paragonabile solo a milioni di volte a quella di una bomba atomica. I brillamenti producono protuberanze solari ed emettono fasci di “vento solare” che pervade lo spazio intorno al Sole per centinaia di milioni di chilometri.
I piccoli brillamenti, invece, emettono soprattutto energia a raggi X e la loro esistenza potrebbe spiegare perchè la ”corona” del Sole, ossia la parte più esterna dell’atmosfera della stella, sia estremamente più calda della parte più interna.
ANCORA MISTERO. “Nustar può fornirci un'immagine del tutto nuova del nostro Sole, dalle parti più interne a quelle più esterne, e spiegare la quantità di raggi X che vengono emessi”, ha detto Smith.
NESSUNO COME NUSTAR. A queste energie infatti, la maggior parte degli altri telescopi spaziali lanciati per studiare il Sole, non sono in grado di ottenere informazioni dettagliate. Nustar invece può farlo. E così per la prima volta è stato puntato verso il Sole ottenendo immagini strabilianti, mai ottenute prima alla lunghezza d’onda dei raggi X.