Dalla fine del 2016 l'oggetto più brillante in cielo (Sole escluso) potrebbe non essere più Sirio, ma un satellite artificiale: Mayak, frutto di un progetto nato da un gruppo russo di astrofili e appassionati di Spazio.
La scelta del nome, Mayak (o Majak), è coraggiosa. È il nome di un sito, all'interno di un comprensorio "chiuso" della Russia, dedicato a produzione e riprocessamento di materiale nucleare: pare sia il sito più compromesso al mondo, quanto a radioattività. D'altra parte, la stessa parola in russo significa faro: una scelta, dunque, che richiama un dramma e nel contempo si propone come luce che guida.
Un faro nello Spazio. Mayak orbiterà attorno alla Terra riflettendo la luce del Sole grazie a una vela gigante, composta da materiale molto riflettente e più sottile di un capello. Da progetto, il nuovo satellite sarà l’oggetto più luminoso del cielo notturno, così luminoso che, secondo alcuni, farà concorrenza alla Luna.
Questo dovrebbe essere il suo unico compito: non sono al momento previsti altri scopi, scientifici o tecnologici. Le intenzioni dichiarate dei sostenitori del progetto sono quelle di voler mettere sulle nostre teste un oggetto che sia di ispirazione: un faro che indica la via da seguire, visibile da ogni punto della Terra.
Alexander Shaenko, responsabile del progetto e capo del Programma di cosmonautica all'università di Mosca, afferma che l'obiettivo è «dimostrare che l’esplorazione spaziale, oltre che eccitante, è un campo accessibile a tutti».
Così piccolo... Il satellite è di fatto un guscio di dimensioni quasi tascabili, con all'interno una sorta di vela con una superficie riflettente di 16 metri quadrati, che sarà dispiegata a 600 chilometri d’altezza. È previsto anche un sistema di frenaggio, che dovrebbe garantire alla struttura un rientro calcolato in atmosfera, se necessario, per fare bruciare il tutto, evitando così altra spazzatura spaziale. Su Boonstarter, sito in lingua russa, tutti possono partecipare al finanziamento del progetto.
L’agenzia spaziale russa ha fatto sapere che il progetto rientra nell'ambito dei programmi di promozione delle scienze aerospaziali tra i giovani, e che darà un posto al satellite a bordo di un razzo Soyuz-2 a partire da luglio di quest’anno.