Il 12 febbraio la Cina ha lanciato due nuovi satelliti per il proprio sistema GPS: è il settimo lancio in 5 settimane e i satelliti, posizionati come da programma, sono stati portati in orbita dal collaudato lanciatore Lunga Marcia 3B.
La missione ha però avuto un risvolto non previsto: il primo stadio del razzo è precipitato su di un'area popolata, su edifici residenziali. Il materiale è caduto nel distretto di Tianlin, nel Guangxi: le abitazioni nell'area dell'impatto risultano adesso evacuate, ma non sono note l'entità dei danni né se ci sono vittime o feriti.


Perché questi incidenti. Il fatto che in Cina possano accadere simili incidenti è dovuto alla posizione della base spaziale di Xichang, nella provincia del Sichuan. A differenza di altre strutture analoghe, per esempio quella di Cape Canaveral, dove ad est vi è un oceano, a est della base cinese ci sono migliaia di chilometri di terraferma, con zone rurali, industriali e cittadine. I lanci, da lì come da qualunque altro luogo, avvengono sempre verso est per sfruttare la rotazione terrestre.
Se escludiamo i lanciatori di SpaceX, progettati per il rientro controllato (anche se non sempre funziona), quando uno stadio di un razzo ritorna a terra non può essere guidato, e nonostante ci siano elaborati e complessi modelli matematici per calcolare a priori la parabola di discesa (ed è anche in base a questi dati che avviene il lancio), può succedere che i venti in quota facciano deviare i pezzi dalla traiettoria calcolata su aree non volute, come appunto è successo lo scorso 12 febbraio.
Situazioni simili si sono verificate anche con il lancio di razzi russi: a est del cosmodromo di Baikonur c'è infatti terraferma con aree abitate. Non si tratta dunque di malfunzionamenti o errori di calcolo da parte dei cinesi, anche se questo non deve essere stato di grande consolazione per la popolazione della zona colpita.