Il primo satellite privato e il primo satellite in rosa: due record in una volta per un'intero continente, l'Africa (con un eccesso di generalizzazione), che nel maggio 2017 lancerà nello spazio un satellite per lo studio del clima sul continente. Un satellite con un pacchetto di strumenti progettato, programmato e costruito da un team di 14 studentesse di vari istituti di scienze, tecnologia e ingegneria, provenienti da Namibia, Malawi, Kenya, Ruanda e Sudafrica.
Il satellite è parte di un programma di sviluppo coordinato e finanziato dall'organizzazione sudafricana MEDO (Meta Economic Development Organisation), di Cape Town, dove ha sede la Cape Peninsula University of Technology, che ha coordinato e assistito il team di studentesse che, nell'arco di alcuni mesi, ha sviluppato gli strumenti.

I test operativi hanno comportato l'invio in quota - con palloni meteorologici - di una piccola flotta di micro satelliti, chiamati CricketSat: «Ci aspettiamo di ricevere dati e segnali di ottima qualità dal satellite. Questo progetto apre un nuovo campo di ricerca in Africa e con esso speriamo di dare il via a cambiamenti positivi per l'economia del continente», ha spiegato la portavoce del team, Sesam Mngqengqiswa, della Philippi High School (Cape Town).
Una nuova opportunità per l'Africa... e per l'Occidente una possibile alternativa al dominio asiatico della programmazione?
Il satellite sarà inserito in orbita polare: passando su entrambi i poli, lungo un'orbita posizionata a circa 90° rispetto all'equatore, transiterà ripetutamente sull'Africa, trasmettendo dati climatici due volte al giorno. Questo permetterà agli scienziati di monitorare l'evoluzione del clima su di un continente duramente esposto a fenomeni estremi, tra inondazioni e siccità.
In prospettiva, il programma spaziale africano potrà anche aiutare a coordinare interventi mirati sull'agricoltura e a mitigare gli effetti di fenomeni climatici periodici, come El Niño - che nella sua ultima manifestazione ha compromesso in modo significativo i raccolti (anche) in questa area del mondo.
In questa iniziativa c'è poi un ulteriore non meno importante scenario da considerare, lo spazio in sé, una frontiera preclusa a buona parte del mondo: «Sono solamente due gli africani che hanno potuto vedere la Terra dallo Spazio», commenta Mngqengqiswa: «vorrei che fossimo di più a poter ammirare quell'orizzonte. Vorrei poterlo fare io stessa».