La sonda della NASA Juno ha sfiorato per la prima volta il fitto mantello di nubi di Giove. È passata alla quota di 4.200 chilometri e alla folle velocità di 208mila chilometri orari nel primo dei 36 flyby (o passaggi radenti) che caratterizzano la prima parte della sua missione che si dovrebbe completare nel febbraio 2018.
Mai la sonda si era avvicinata così tanto al pianeta — la manovra di inserimento orbitale, infatti, era stata eseguita 460 chilometri più in alto — e mai si riporterà a distanze così ravvicinate. Ma soprattutto era la prima volta che tutti gli strumenti della sonda erano accesi, funzionanti e puntati sul pianeta. «I primi dati di telemetria indicano che tutto ha funzionato come previsto», ha spiegato Rick Nybakken della NASA.
«Stiamo ottenendo dei primi dati molto interessanti», ha aggiunto Scott Bolton, a capo della missione. «Ci vorranno però un po’ di giorni per scaricare tutti i dati raccolti durante il sorvolo e molti altri per comprendere ciò che Juno sta tentando di dirci».
Particolarmente attese sono le immagini ad alta risoluzione dell'atmosfera giovia scattate dalla fotocamera JunoCam.
Nel frattempo, JUNO ha inviato un primo "assaggio": una veduta del polo nord di Giove, scattata durante la manovra di avvicinamento a una distanza di circa 703mila chilometri.
Juno sonderà la struttura profonda di Giove, la circolazione atmosferica e la fisica delle alte energie del suo ambiente magnetico e potrà così rivelare importanti indizi sulla formazione e l’evoluzione del gigante del Sistema solare, che potranno aiutarci ad avere una maggiore comprensione della nascita del nostro sistema planetario.