Il telescopio della Nasa Chandra - che prende il nome dal premio Nobel Subrahmanyan Chandrasekhar - ha osservato due potenti esplosioni di gas fuoriuscire da un buco nero a 800 milioni di anni luce dalla Terra.
Le due emissioni di gas — definite dagli astrofisici come "rutti" — sarebbero arrivate SDSS J1354+1327, tecnicamente un nucleo galattico attivo ovvero un gigantesco buco nero al centro di una galassia che, attivamente, ingurgita la materia attorno a sé ed espelle enormi coni di particelle ionizzate dai poli.
Secondo i ricercatori dell'Università del Colorado Boulder, il buco nero si sarebbe "mangiato" stelle e gas in due momenti diversi. In un primo momento la quantità di materiale stellare inghiottita avrebbe portato il buco nero a liberare le prime massicce emissioni di energia. Una volta finita la materia "da inghiottire", il buco nero ha interrotto la sua attività ed è tornato a essere praticamente invisibile. In seguito, il buco nero ha ripreso a mangiare, con successiva espulsione di particelle ionizzate dai poli.
Le prove del periodo di magra del nucleo galattico attivo SDSS J1354+1327 sono fornite dalle particelle di gas che ha emesso nei millenni e che tuttora lo circondano.
Compagni. Gli astronomi si sono accorti che il gas ionizzato che circonda il buco nero non è omogeneo: dal lato meridionale parte un cono che misura più di 30 anni luce, mentre all'emisfero opposto c'è una bolla di gas che si estende per solo un decimo del fratello maggiore.
Hanno poi spiegato in una pubblicazione scientifica che questa interruzione è stata causata da una vecchia interazione con una galassia compagna, oramai lontana 40 mila anni luce.
Maleducati. «I buchi neri sono mangiatori voraci, ma sembra che non abbiano buone maniere a tavola», ha spiegato Julie Comerford, ricercatrice dell'Università del Colorado Boulder, riferendosi ai rutti di particelle del gigante affamato. «Conosciamo molti esempi di buchi neri che hanno “ruttayo” una volta, ma stavolta siamo in presenza di una galassia con un buco nero gigante che di emissioni ne ha ben due» ha continuato l'astronoma.
Due eventi distinti. «Fortunatamente, ci è capitato di osservare questa galassia in un momento in cui le prove di entrambi gli eventi erano chiaramente visibili». Infatti, dopo aver espulso il cono meridionale, il buco nero è tornato in attività dopo circa 100.000 anni di riposo.
Questa scoperta permetterà di saperne di più sia sui buchi neri, sia sull'eco luminosa, il curioso fenomeno per cui lampi di luce che illuminano grandi oggetti (come nebulose) ci arrivano prima della luce riflessa da ciò che si trova attorno.