Il più grande paracadute mai impiegato in una missione marziana è stato testato dall'ESA nei cieli di Kiruna, in Svezia, nel mese di marzo, in condizioni di temperatura sotto zero. L'esperimento fa parte di una serie di test preparatori alla missione che a marzo 2021 dovrebbe depositare sulla superficie del Pianeta Rosso il rover ExoMars, pronto a perforare il suolo marziano alla ricerca di vita.
Due volte più grande. Un elicottero ha portato in quota, a 1.200 metri, un prototipo del modulo che consegnerà il rover e la piattaforma scientifica della missione sul suolo marziano. La capsula è stata lanciata insieme a due paracadute: uno "pilota", del diametro di 4,8 metri, e il secondo - il vero obiettivo del test - dell'ampiezza record di 35 metri: il precedente detentore del primato era il paracadute usato nell'ammartaggio di Curiosity, largo "appena" 15 metri.
Il test è stato pensato per assicurarsi che il paracadute, che pesa 70 chili ed è connesso alla capsula con 112 cavi, si aprisse correttamente. Tutto è filato liscio: la prossima prova consisterà nel ripetere l'esperimento lanciando il tutto da 28 km di altezza, per simulare più fedelmente le condizioni della discesa marziana.
paracadute più razzi. Gli atterraggi su Marte sono particolarmente delicati per via della rarefatta atmosfera del pianeta, che non rallenta a sufficienza i veicoli in caduta. Per questo oltre ai paracadute è sempre previsto qualche ausilio in più: il rover di ExoMars sarà rallentato anche da un sistema di razzi frenanti e di airbag. Curiosity si servì invece di una strana gru volante, rallentata da retrorazzi e connessa al rover da una serie di cavi.
Quella che si concluderà nel marzo 2021 è la seconda parte della missione ExoMars, che ha già mandato in orbita marziana il Trace Gas Orbiter (TGO). Il lander dimostrativo Schiaparelli non è invece riuscito in un atterraggio morbido, e si è schiantato sulla superficie marziana il 19 ottobre 2016.