Spazio

Una panetteria sulla Stazione spaziale

Tra qualche mese andrà in orbita un forno e una speciale pasta per il pane: dopo i guai del panino sulla Gemini 3, il pane torna nello Spazio.

Tra non molto sulla Stazione spaziale internazionale si potrebbe sentire un fragrante profumo di pane appena sfornato. Sarebbe una novità: la prima, vera rivoluzione nel menu spaziale della Iss dopo il caffè all’italiana...

Sulla Iss, infatti, il pane è stato finora vietatissimo: le inevitabili briciole vaganti in assenza di gravità sono un incubo per la sicurezza. Adesso però una nuova miscela di pasta e uno speciale forno in fase di costruzione, appositamente ideati per lo Spazio, saranno testati durante una missione del 2018: se tutto andrà bene, il primo forno spaziale potrebbe entrare in attività nel giro di pochi mesi.

Self service. I pasti per gli astronauti sono molto migliorati nel tempo, tant’è che ognuno ha (quasi) ampia libertà nella scelta del menu da portare in orbita. Ma le missioni lunghe e, in prospettiva, l'eventuale viaggio fino a Marte, saranno un problema: non è pratico portarsi tutto da Terra, le stive dovrebbero essere enormi.

È per questo che si sperimenta di tutto per avere alimenti freschi nello Spazio, a partire dalla produzione di ortaggi e dall’uso di batteri per produrre zuccheri. Ma non è semplice, e comunque da tutto ciò è stato finora escluso il pane.

Contrabbando spaziale. Le prime e le ultime persone che, nonostante i divieti, si permisero un tozzo di pane nello Spazio furono gli astronauti della Gemini 3, nel 1965, che si portarono (di nascosto) un panino acquistato per l'occasione un paio di giorni prima.

Il sandwich infame: annegato nella resina, un panino identico a quello che seminò briciole dappertutto nella Gemini 3, conservato al Grissom Memorial Museum (Indiana). © Raymond K. Cunningham, Jr.

Oggi le tortillas solo l’unica alternativa ammessa dalla Nasa, in attesa di sperimentare la nuova invenzione della Bake in Space, una società tedesca che lavora con il centro aerospaziale della Germania e vari scienziati dell’alimentazione per un impasto e un processo di cottura per un pane senza mollica.

Spiega Sebastian Marcu, fondatore della società, che «la parte più difficile è la consistenza della pasta: un pane duro e gommoso certamente non produce briciole, ma di sicuro non è gradevole».

Importante non è solo la pasta, ma anche il forno per cuocerlo. Matthias Boehme della OHB System AG di Brema, che già lavora nella costruzione di apparecchiature da usare nello Spazio, attualmente sta mettendo a punto un forno a convezione che rispetta i vincoli posti sulla Iss per apparecchi del genere: deve lavorare a non più di 250 watt e le superfici esterne non possono superare i 45 °C.

Il menu dell'astronauta. © NASA

Con qualche aiuto dalla chimica i profumi non sono un problema, e quanto all'hardware «la soluzione», afferma Boehme, «è un forno piccolo, che conservi bene il calore» e che operi a bassa pressione d'aria all'interno, così che il punto di ebollizione dell’acqua sia inferiore ai 100 °C e di conseguenza permetta di cuocere a temperature più basse: «Col nostro apparecchio si potranno cuocere panini molto soffici!»

Il menu del 2018. Per trovare la giusta miscela per la pasta verranno provate diverse soluzioni durante la missione Horizon (Agenzia spaziale europea), nell’aprile del 2018. E prima di identificare i panettieri-astronauti il tutto verrà eseguito in remoto da Terra: gli astronauti avranno solo il compito di fare da assaggiatori. Se tutto andrà come previsto, il pane e il profumo di pane saranno i nuovi compagni degli astronauti nello Spazio.

14 giugno 2017 Luigi Bignami
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