Spazio

La Nasa dà il via alle tre principali missioni per il prossimo decennio

La prima missione studierà oggetti che producono emissioni a raggi X, la seconda e la terza studieranno particolari asteroidi del nostro sistema solare. Al via all’inizio del prossimo decennio.

In pochi giorni la Nasa ha selezionato tre importanti missioni spaziali che prenderanno il via a partire dal 2020. La prima è IXPE (X-ray Polarimetry Explorer): avrà il compito di esplorare alcuni elementi poco conosciuti di oggetti che producono emissioni ad alta energia, come i buchi neri prodotti dal collasso di singole stelle o di un gran numero di astri, le stelle di neutroni e le pulsar.

La missione sarà composta da tre telescopi spaziali con strumenti in grado di misurare la polarizzazione dei raggi X cosmici, ossia la direzione verso la quale si muovono i pacchetti di energia di tali radiazioni.

Rappresentazione del telescopio spaziale IXPE che, nel 2020, studierà buchi neri, stelle di neutroni e pulsar. © Nasa

Spiega Paul Hertz, responsabile della divisione di astrofisica della Nasa: «Non è possibile fotografare ciò che succede nei pressi di oggetti come i buchi neri e le stelle di neutroni, ma studiando la polarizzazione dei raggi X emessa dagli ambienti circostanti, ossia i gas, è possibile studiare la fisica di questi oggetti affascinanti ed enigmatici».

IXPE, che avrà un costo di 188 milioni di dollari, è previsto per il 2020: alla missione partecipa anche l'Agenzia Spaziale Italiana, con i rilevatori di raggi X sensibili alla polarizzazione.

Due missioni agli asteroidi: una per studiare il cuore di un ex-planetoide, un'altra per studiare gli asteroidi Troiani. © Nasa

Lucy ai Troiani. Le altre due missioni approvate dalla Nasa fanno parte del programma Discovery. La prima è Lucy, una sonda che sarà lanciata nel 2021. Lo scopo principale sarà quello di studiare, tra il 2027 e il 2033, sei asteroidi Troiani, ossia quegli oggetti che seguono e precedono il Giove lungo la sua stessa orbita, trascinati dal campo gravitazionale del grande pianeta.

Secondo Harold Levison, responsabile della missione, questa impresa darà l'opportunità di studiare resti del materiale primordiale da cui hanno preso forma i pianeti del Sistema Solare esterno. Lucy, che prende il nome dal noto australopiteco, si propone di rivoluzionare lo studio delle nostre origini.

Psyche nel cuore di un pianeta. La terza missione, Psyche, prenderà il via nel 2023 per visitare da vicino l'asteroide 16 Psyche, un oggetto costituito principalmente da ferro e nichel, gli stessi elementi che compongono il nucleo della maggior parte dei pianeti simili alla Terra.

I planetologi ipotizzano che l'asteroide fosse inizialmente un pianeta in fase di formazione, colpito da un oggetto di grosse dimensioni che lo spogliò della crosta e del mantello che si stavano formando. Spiega Lindy Elkins-Tanton, resposnabile di Psyche: «Con questa missione pensiamo di poter vedere da vicino il nucleo di un pianeta, cosa ovviamente impossibile con qualunque perforazione. Quell'oggetto, di soli 210 km di diametro, ci racconterà molte cose ancora sconosciute del nucleo della Terra».

Venere nel cassetto. La scelta delle missioni, e di conseguenza l'assegnazione dei budget, ha per il momento messo in naftalina altre due missioni che promettevano di essere altrettanto interessanti, DaVinci e Veritas: per la prima era previsto l'atterraggio su Venere, per studiarne atmosfera e vulcani, mentre la seconda avrebbe orbitato attorno a Venere per realizzare una mappa in alta risoluzione del nostro vicino.

5 gennaio 2017 Luigi Bignami
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