Il vulcano Stromboli, nelle Eolie, è in attività da circa 2.000 anni: un record sulla Terra, ma è nulla paragonato al vulcanismo su Marte, dove sono esistiti vulcani in eruzione continua per oltre due miliardi di anni.
Non abbiamo ancora messo piede sul Pianeta Rosso, ma da molto tempo gli scienziati possono studiare Marte a distanza, grazie a strumenti come il Mars Reconnaissance Orbiter e i rover come Curiosity. In qualche occasione è possibile anche uno studio di prima mano grazie ai meteoriti marziani recuperati sulla Terra: sono almeno un centinaio quelli ritrovati nell'arco di alcuni anni nel corso di spedizioni in Antartide, per esempio, o in nord Africa.
«Abbiamo pezzi di suolo marziano da studiare, proprio qui sulla Terra», afferma Marc Caffee (dip. di fisica e astronomia della Purdue University, Indiana): «tra i ritrovamenti in Antartide e nei vari deserti della Terra, raccogliamo circa un migliaio di meteoriti l'anno. Solo una piccola parte è però riconducibile a Marte: tra questi, alcuni campioni sono inviati al centro ricerche dello Smithsonian, altri alla Nasa. L'informazione arriva sempre all'intera comunità scientifica di esperti, e a richiesta i ricercatori possono ottenere piccoli frammenti da studiare.»
Quanti anni hai? Caffee e il suo team hanno analizzato una trentina di meteoriti marziane per determinare le percentuali di isotopi radioattivi a lungo decadimento e, di conseguenza, datare i campioni. Oltre a questo, la misura della radioattività dovuta all'esposizione ai raggi cosmici ha rivelato quanto a lungo sono rimasti nello spazio prima di precipitare sulla Terra. L'insieme delle informazioni ha permesso di stabilire che un gruppo di quei meteoriti ha viaggiato nello Spazio più o meno per lo stesso periodo tempo, dopo essere stato espulso dalla superficie di Marte in seguito a uno stesso evento - forse l'impatto di un asteroide.
È un gruppo di undici meteoriti, e uno in particolare, che ha richiamato l'attenzione dei ricercatori della Purdue. Tutti i meteoriti di questo gruppo sono stati esposti ai raggi cosmici per qualcosa come 1,1 milioni di anni, ma mentre per 10 campioni è stata stimata un'età attorno ai 500 milioni di anni, uno ha rivelato un'età decisamente superiore. È stato classificato con la sigla NWA 7635 (NorthWest Africa): rinvenuto in Algeria nel 2012, il meteorite pesa 196 grammi e ha un'età stimata in 2,4 miliardi di anni - cioè circa due miliardi di anni più degli altri dello stesso gruppo, tutti sfuggiti alla gravità del Pianeta Rosso nello stesso periodo.
Vulcani giganti. «Questo significa che, per due miliardi di anni, in qualche punto sulla superficie di Marte, è avvenuta una continua eruzione di magma», commenta Caffee: «sulla Terra non è mai accaduto nulla di simile.
» La spiegazione può essere semplice: l'attività tettonica su Marte non è così attiva come sul nostro pianeta, dove il costante movimento delle placche sposta i punti caldi dal luogo in cui hanno trovato sfogo - ossia dalla bocca del vulcano. È una spiegazione coerente con l'enorme dimensione dei vulcani marziani: il monte Olimpo (Olympus Mons), il vulcano più grande del Sistema Solare, ne è un esempio.
«Naturalmente non possiamo sapere da dove arriva quel particolare meteorite, se dal monte Olimpo o da qualche altra parte», conclude Caffee. «Questi oggetti ci permettono solo di fare qualche ricerca a distanza sul suolo marziano. In attesa di poterlo studiare sul posto.»