Dopo quasi 12 anni in orbita attorno a Saturno, Cassini si prepara a concludere il suo lavoro con un epilogo "col botto". La fine della missione è prevista per il 15 settembre 2017, ma prima di quel giorno la sonda della Nasa e dell'Esa compirà una serie di manovre sempre più ravvicinate che permetteranno di vedere Saturno e il più interno dei suoi anelli con una precisione senza precedenti.
Un piano preciso. I dettagli sull'ultima stagione di Cassini sono stati presentati da Linda Spilker del Jet Propulsion Laboratory della Nasa al meeting della European Geophysical Union, il 20 aprile. Il programma Gran Finale inizierà il prossimo anno, dopo che la sonda avrà concluso sei mesi di studio dell'anello esterno F, nonché 12 flyby ravvicinati di Titano, la più grande delle lune di Saturno.
Orbite kamikaze. Quindi, dall'aprile 2017, Cassini si "tufferà" per 22 volte tra il pianeta e il suo anello più interno, in una regione in cui nessuna sonda ha mai orbitato, fino a raggiungereuna distanza di 64 mila km dal centro di Saturno. Il valore scientifico delle ultime, rischiose manovre sarà altissimo.
Un tesoro di dati. A quella distanza ravvicinata, Cassini saprà stabilire se il pianeta abbia un nucleo roccioso, come funziona il suo meteo e quanto dura il suo giorno; potrà studiarne la struttura interna, il campo magnetico e la velocità di rotazione; valutare la composizione di ionosfera e atmosfera, ma anche stimare la massa dei suoi anelli.


L'età degli anelli. Quest'ultimo dato è di particolare interesse, perché ci dirà se il materiale che li forma sia di recente formazione o antico quanto il Sistema Solare, un'informazione preziosa per chi studia la genesi dei pianeti e i dischi protoplanetari. Anche le immagini inviate saranno spettacolari: se tutto va come deve, otterremo le più nitide foto dell'anello interno D mai scattate finora.
L'unica morte possibile. Dopo il lungo e laborioso addio, Cassini terminerà la sua missione abbandonandosi all'atmosfera di Saturno, con un'immersione finale che raccoglierà dati fino all'ultimo minuto. La sorte della sonda, a corto di carburante, è stata decisa per proteggere Titano ed Encelado - due satelliti i cui oceani potrebbero contenere tracce di vita - da eventuali contaminazioni derivanti dall'impatto con la navicella fuori uso. Del resto quale migliore fine, per il fedele osservatore di Saturno, che fondere i propri atomi con quelli del pianeta degli anelli?