Dietro a un bravo astronauta ci sono decine di ottimi scienziati di Terra. Ma non è detto debbano essere per forza esperti di lanci spaziali. Se il centro di controllo missione di Houston gestisce gli aspetti più tecnici dell'intera spedizione sulla ISS, dal lancio al rientro a Terra, c'è un gruppo di scienziati incaricato di seguire, passo per passo, la vita quotidiana di bordo, con un occhio di riguardo per gli esperimenti scientifici delle missioni.
Sono gli esperti del Payload Operations Integration Center della Nasa, un distaccamento del Marshall Space Flight Center situato in una base militare di Huntsville, in Alabama (Usa). Qui, ogni giorno, otto ricercatori si alternano davanti a maxi schermi che proiettano in diretta immagini dall'interno della Stazione Spaziale. Richard Hollingham, giornalista della BBC, li ha incontrati: quello che riportiamo è il suo resoconto.
Interpreti. In questo centro operativo viene monitorato ogni minuto della vita lavorativa sulla ISS (un'attività complessa che occupa circa 12 ore dell'agenda quotidiana di un astronauta). Gli scienziati di questo centro svolgono il difficile compito di interfaccia tra chi ha elaborato gli esperimenti e gli astronauti di bordo. Un lavoro di mediazione che deve superare barriere linguistiche (per esempio, tra un team universitario italiano e un astronauta tedesco), ma anche ostacoli psicologici.
Molti tra gli esperimenti previsti sfruttano il corpo degli astronauti come "cavia" per comprendere gli effetti della ridotta gravità su ossa e muscoli, e su sistema vascolare, funzionalità cardiaca e sonno. Alcuni studi mirano ad osservare gli effetti psicologici di una lunga permanenza a 400 km da casa, in un ambiente claustrofobico, con ritmi di lavoro serrati e solo cibi disidratati a disposizione.
Mangia che ti passa. Una ricerca dell'Università del Minnesota utilizza comfort food mirati per attenuare lo stress derivante dalla vita di bordo. Compito degli scienziati di Huntsville è allora capire quando somministrare al cosmonauta il dolce al cioccolato (o qualche altra leccornia) che può migliorare l'umore: «per esempio dopo un compito non gradito, come ripulire la ISS» chiosa Sam Shine, del team. «Stiamo iniziando a capire come far sentire a casa gli astronauti, in missioni che durano sempre più a lungo».
La crisi del quarto mese. Uno dei mesi più critici sembra essere il quarto: è a questo punto della missione che gli astronauti sentono più viva la mancanza degli affetti di Terra. Shine e colleghi l'hanno scoperto da alcuni questionari - una sorta di "diario di bordo" - somministrati ai cosmonauti in via riservata.
è dietro di te! Tra i compiti più curiosi - ma anche più utili - di questi alter ego degli astronauti della ISS c'è quello di rintracciare gli oggetti perduti. Un problema che potrebbe apparire banale a molti disordinati cronici, ma che nello Spazio non lo è affatto: un cacciavite o una penna distrattamente appoggiati su un piano prendono a fluttuare, e rintracciarli può diventare un'impresa.
L'ufficio oggetti smarriti di Huntsville è, a detta di Shine, «uno dei compiti più difficili dell'intero programma spaziale». All'addetto di Terra l'ingrato compito di capire dove fosse l'astronauta quando ha perso qualcosa, e di visionare l'intero modulo per ritrovare l'oggetto perduto. Magari, proprio alle spalle dell'astronauta.