Il 17 gennaio un razzo ha portato in orbita il primo satellite che spara stelle cadenti artificiali. Il progetto si chiama Sky Canvas e nasce dall'azienda giapponese ALE, Astro Live Experience. Quest'anno si svolgeranno i primi test, mentre il primo vero spettacolo sarà nel 2020, sopra i cieli di Hiroshima, in occasione dei 75 anni dall'esplosione della bomba atomica.
On demand. Di solito prima si vede una stella cadente e poi si esprime il desiderio. Ora va un po'... al contrario. I satelliti Sky Canvas potranno sparare un centinaio di sciami meteorici, rendendo le stelle cadenti un servizio su richiesta. Se tutto dovesse funzionare, è possibile che questo spettacolo aprirà le Olimpiadi di Tokyo 2020.


Ma come avviene questo spettacolo? Tanto per cominciare, per creare queste stelle cadenti è stato scelto un materiale che le rende più brillanti di quelle naturali e soprattutto più lente. Di che cosa si tratta? I responsabili del progetto non lo hanno rivelato, rassicurando però sul fatto che non sarà nulla di pericoloso.
Il problema tecnico principale sta nelle modalità con cui questo materiale stesso entrerà in atmosfera: per bruciare nell'aria ha infatti bisogno di essere portato a una velocità maggiore di quella del satellite, che già viaggia a più di 7 km/s (parliamo della bellezza di 25.ooo chilometri orari)
Calcoli e proiettili. Per raggiungere la giusta velocità, lo sciame meteorico artificiale è "incapsulato" in un proiettile che viene sparato dal satellite al momento opportuno. Gli ingegneri della ALE dovranno quindi analizzare i parametri dell'orbita del satellite e calcolare, di conseguenza, il momento e la direzione dello sparo affinché la pioggia di meteore arrivi nel luogo gisuto e all'orario previsto. Inoltre, dovranno tenere conto anche degli effetti del contraccolpo sul satellite stesso e sulla sua orbita.
Ce n'era bisogno? Qualcuno è preoccupato che i proiettili colpiscano un altro satellite, col rischio di affollare ulteriormente la già nutrita pattuglia di detriti spaziali alla deriva. Tutto questo, a detta dei critici, per un progetto che risulta fine a sé stesso. Ma i responsabili di Sky Canvas sostengono che, invece, la missione ha anche lo scopo di studiare una parte dell'atmosfera che, attualmente, risulta poco conosciuta: quella dove bruceranno i suoi proiettili e dove bruciano i satelliti non più funzionanti che vengono fatti cadere verso la Terra affinché non diventino detriti spaziali.