Questo mese la Luna è piena il 4 e nuova il 18. Attorno al 18 si concentrano quindi le serate migliori per osservare il cielo senza il disturbo luminoso del nostro satellite, ragion per cui per le mappe che abbiamo preparato (vedi telescopi remoti e mappe) la data è impostata al 18 maggio.
Il brillantissimo Giove, dal colore giallo paglierino, è ancora alto sull'orizzonte occidentale, nel Cancro. Con un piccolo cannocchiale o anche un buon binocolo vedrete la forma schiacciata del pianeta più grande del Sistema Solare (ha un volume pari a 1.320 volte quello della Terra) e le sue quattro lune principali (grandi circa come la nostra Luna), di cui potrete notare il movimento ora dopo ora, sera dopo sera. Anche la fascia principale di nubi (di idrogeno, elio, ammoniaca, metano) all'equatore apparirà evidente.
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Sempre a ovest, Venere si è innalzato rispetto ad aprile ed è adesso ora è inconfondibile, proiettato nella costellazione dei Gemelli: la "stella" più luminosa del cielo, subito dopo il tramonto!
Dalla parte opposta del cielo, verso est, intorno alle 22 già spunta Saturno, nello Scorpione. Molto luminoso, ma non tanto da spiccare sullo sfondo delle stelle più brillanti. Per individuarlo è necessaria una mappa, oppure un software di simulazione del cielo. Un buon binocolo darà la conferma che si tratta proprio di lui: il taglio degli anelli rende sicuro il riconoscimento. Con un telescopio di 15 o 20 cm di diametro, a 100-200 ingrandimenti, è l'oggetto più bello da vedere nel cielo notturno. Ma con un telescopio amatoriale accoppiato a una webcam (con cui potremmo riprendere 1.000 immagini, mediarle e sommarle con appositi software), la ricchezza di questo mondo apparirà sorprendente.
La Via Lattea. Rimanendo con lo sguardo rivolto a est, la ricerca delle costellazioni inizia con la Lira e il Cigno, che stanno sorgendo in mezzo al nastro bianco della Via Lattea: questa parte di cielo la vedremo alta durante i mesi estivi, nel pieno del suo fulgore, ma per la Via Lattea dovremo andare lontano dalle luci delle città.
A circa 20 gradi di altezza sopra l'orizzonte nord-est c'è Vega, la stella più brillante della Lira, dal colore decisamente bianco-azzurro. Anche a occhio nudo possiamo notare la differenza di colore con Arturo, la stella arancio-rossastra del Bifolco - presentata con il Cielo di aprile - soprattutto se le guardiamo in modo alternato, passando rapidamente dall'una all'altra. L'uso di un piccolo binocolo renderà i colori ancora più netti e affascinanti. La differenza di colore mostra la diversa temperatura dei due astri: Vega, più calda, Arturo più fredda.
La calda Vega. Il suo nome deriva dall'arabo e significa l'avvoltoio che plana. Vega è una stella bianco-azzurra relativamente vicina, a 25 anni luce dalla Terra. È la più luminosa del cielo boreale dopo Arturo, ha una massa pari a due volte quella del Sole ed è 37 volte più luminosa della nostra stella. Ruota in modo estremamente veloce intorno al proprio asse, tanto da avere una forma da pallone da rugby. 12.000 anni fa era la stella polare del nostro cielo. Ora, a causa del movimento di precessione del nostro pianeta non lo è più, ma tornerà a esserlo tra 14.000 anni. Una caratteristica di questa stella è di essere circondata da uno spesso disco di polveri che potrebbe nascondere dei pianeti in fase di formazione.
A lambire l'orizzonte a nord-est c'è poi l'inconfondibile croce del Cigno, che con il trascorrere delle ore salirà più alta sull'orizzonte. In un tentativo di cristianizzazione del cielo, tentato senza successo nel XVII secolo, questa era la Croce di Cristo. Anzi questa fu la costellazione, si disse (e potrebbe anche essere vero), che vide l'imperatore romano Costantino I all'alba con la scritta "in hoc signo vinces" (con questo segno vincerai). E che decise di utilizzare sul proprio vessillo nella battaglia di Ponte Milvio nel 312 d.C.
M13. Abbiamo visto lo scorso mese salire Ercole, la piccola Corona Boreale, il Bifolco con la rosso Arturo e il trapezio della Vergine. Ormai riusciamo a gustare Ercole nella sua interezza e ad apprezzare uno degli oggetti del cielo profondo che ospita: M13. È un ammasso globulare, cioè un gruppo denso di stelle legate tra loro dalla gravità, in orbita intorno alla nostra galassia a 22.000 anni luce dalla Terra. Le stelle di questo tipo di ammassi sono tra le più vecchie della Via Lattea (e anche dell'Universo). Nel caso di M13 si stima che le stelle di questo gruppo abbiano circa 11,6 miliardi di anni: già con un piccolo telescopio questo ammasso appare stupendo, con centinaia di migliaia di soli "anziani", nati all'alba del cosmo. L'immagine con il teleremoto ASTRA lo mostra in tutta la sua bellezza.
Galassie nella Vergine. La Vergine è ormai giunta al meridiano, mentre il trapezio del Leone sta declinando a Ovest. L'Orsa Maggiore, già alta in aprile, è arrivata allo zenit, proprio sopra le nostre teste. Vergine, Leone, Orsa Maggiore: un'occasione per tornare a esplorare queste costellazioni lontane dalla Via Lattea, ricche di galassie, con il nostro telescopio casalingo o con i telescopi remoti dell'UAI.
Nell'Orsa troviamo la coppia formata da M81 e M82, già incontrata lo scorso mese. Mentre nella Vergine c'è un'intera famiglia di galassie, anzi, più tecnicamente un ammasso, che prende il nome dalla costellazione. L'ammasso della Vergine, che comprende circa 1.500 galassie, si trova a circa 50 milioni di anni luce. Le galassie più brillanti, osservabili anche con piccoli strumenti (purché lontani da fonti di inquinamento luminoso), appartengono tutte al catalogo di Messier: si tratta di M49, M60, M86 e M87. Quest'ultima è un vero mostro del cielo: una galassia ellittica gigante, che ha un'intensa emissione di onde radio e mostra un getto di materia espulso dal suo nucleo, dove si cela un mega buco nero.
Verso occidente. A ovest, oltre al Leone digradante, lungo la linea dell'eclittica (la proiezione dell'orbita terrestre sulla volta celeste) troviamo le costellazioni del Cancro (il "granchio" che osò colpire Ercole nella sua lotta furiosa contro l'Idra di Lerna) e dell'Idra Femmina, che vediamo passare al meridiano con le sue deboli stelle. Questa costellazione ha una particolare caratteristica: è quella che in cielo occupa l'area più vasta, ben 1.303 gradi quadrati. Tuttavia è assai poco appariscente, proprio perché sparsa e formata da stelle poco brillanti.
Stelle cadenti e Stazione Spaziale. Nel corso del mese di maggio sono in transito numerosi sciami di meteore, anche se non nparticolarmente cospicui. Ma da tenere sotto controllo sono soprattutto le Eta Liridi, generate dalla cometa 1983 H1 IRAS-Araki-Alcock, che in questi ultimi anni si sono mostrate abbastanza attive e potrebbero prima o poi produrre un exploit di meteore. Il massimo dell'attività di questo sciame è previsto nella notte tra il 9 e 10 maggio. E anche a maggio non mancate di alzare gli occhi verso la Stazione Spaziale Internazionale, che appare luminosa come Giove e attraversa il cielo in pochi minuti e che ospita (ancora per poco) la nostra Samantha Cristoforetti. Per vedere la ISS basta solo sapere dove e quando guardare.
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