Spazio

Il cielo di giugno: stelle, pianeti e costellazioni

La guida al cielo notturno è realizzata in collaborazione con l'Unione Astrofili Italiani: ecco quello che potete vedere intorno alle ore 22:00 anche solo alzando gli occhi. Con qualche suggerimento per vedere anche qualcosa di più.

Questo mese la Luna è piena il 2 e nuova il 16. Le serate attorno alla metà del mese sono quindi le migliori per osservare il cielo senza il disturbo dell'intensa luce del nostro satellite.

Giove splende sempre brillantissimo, passando dal Cancro al Leone intorno al 10 del mese. Venere è ancora più brillante (dopo il Sole e la Luna è l'oggetto più luminoso del cielo), e nel corso di giugno attraversa tutto il Cancro raggiungendo Giove nel Leone. I due pianeti sono visibili nel cielo occidentale, subito dopo il tramonto, e sera dopo sera potrete vederli avvicinarsi l'uno all'altro. L'ultima notte del mese saranno quasi appiccicati: gli astronomi parlano di congiunzione. Uno spettacolo da non perdere, anche se si svolgerà alla luce del crepuscolo.

Dal sito SkyLive si possono vedere immagini e video ripresi in tempo reale da tra telescopi in Italia (vedi Telescopi remoti e mappe, su Focus.it).

Con un binocolo, accanto a Giove potremo vedere anche quattro stelline gialle allineate all'incirca con l'equatore del pianeta: sono le 4 lune di Giove scoperte da Galileo e note appunto come satelliti galileiani. Sono Io, Europa, Ganimede e Callisto: hanno colore giallo perché riflettono la luce del Sole, che lì arriva anche durante la nostra notte.

Saturno invece è nella Bilancia, quasi al confine con lo Scorpione, e all'inizio della notte è visibile verso sud, ora un poco più alto dello scorso mese. Per individuarlo avrete bisogno di una mappa celeste (o di un software di simulazione del cielo), ma la fatica identificarlo in cielo e tenerlo al centro di un telescopio (che non sia professionale) viene ricompensata dalla bellezza di questo pianeta, anche osservato con uno strumento modesto: con un telescopio di una decina di centimetri di diametro è infatti già possibile vedere chiaramente i suoi affascinanti anelli.

Verso est: clicca sull'immagine per ingrandirla.

Il cielo verso oriente. Dalla parte di oriente si trovano la Lira e il Cigno, attraversate dal nastro bianco della Via Lattea, che però ci apparirà soltanto se andremo in campagna, lontano dalle luci delle metropoli. Le due costellazioni si stanno alzando progressivamente. Vega e Deneb, dal colore bianco-azzurro, le stelle più brillanti delle due costellazioni, formano un vistoso triangolo con Altair, altro astro bianco-azzurro, la stella più luminosa dell'Aquila, che sta sorgendo dall'orizzonte. Stiamo osservando il triangolo estivo: non è una costellazione ma un grande asterismo (un gruppo di stelle riconoscibile in virtù della particolare geometria che disegnano in cielo). È caratteristico del cielo della bella stagione: l'estate sta iniziando e tra un paio di mesi il triangolo estivo sarà alto sopra le nostre teste.

Cigno e Aquila sono due incarnazioni di Zeus. Trasformato in Cigno per conquistare con l'inganno (il dio era di modi spicci, andava subito al sodo) la bella Leda.

Mutato in Aquila per rapire il bel giovinetto Ganimede e portarlo nell'Olimpo per farne il coppiere degli dèi e rallegrarli con la sua bella presenza. Ancora oggi Ganimede (sotto forma di satellite naturale), in effetti, allieta Giove orbitando intorno al pianeta gigante insieme agli altri 3 satelliti galileiani, tutti collegati a storie amorose di Zeus.

Albireo: la più bella stella doppia del cielo. Parlando del Cigno vale la pena spendere qualche parola su Albireo. Si trova in fondo alla croce che disegna la costellazione, dalla parte opposta rispetto a Deneb. Albireo (Beta Cygni) è una stella bellissima, che si riesce a vedere anche solo con un buon binocolo. Diventa però uno spettacolo incredibile con un telescopio, a elevati ingrandimenti, perché possiamo risolvere (vedere separate) le due stelle che la compongono: una gialla (gigante) di magnitudine 3,1 e una nana azzurra (nana, ma più grande e più luminosa del Sole) di magnitudine 5,1. I due astri sono separati da 35 secondi d'arco.

L'ammasso globulare M5, nella Testa del Serpente (Serpens Caput), fotografato dal telescopio remoto ASTRA n.1 (clicca sull'immagine per ingrandirla). © Enzo Pedrini e Caterina Cioce

Gli astronomi calcolano che la metà delle stelle non siano singole, ma almeno doppie, cioè sistemi composti da due stelle in orbita l'una attorno all'altra. Insomma, due Soli che si muovono intorno a un comune centro di gravità in una danza cosmica complessa (per saperne di più sulle stelle doppie).

Ofiuco e Serpente. All'inizio della notte, verso sud-est, troviamo Ofiuco, il serpentario, rappresentato tradizionalmente come un uomo con un lunghissimo serpente avvolto attorno al corpo. Anche il suo serpente è nelle vicinanze, identificato dall'omonima costellazione che, caso unico sulla volta celeste, è diviso in due: Caput (testa) e Cauda (coda).

La galassia a spirale NGC 5921, in direzione della costellazione della Testa del Serpente, fotografata dal teleremoto UAI (tele 2 ASTRA). Clicca sull'immagine per ingrandirla. © Massimo Orgiazzi

Ofiuco e Serpente sono ricchi di quei bellissimi ammassi stellari che definiamo globulari: famiglie di centinaia di migliaia di stelle antichissime, vecchie quasi quanto l'Universo; 10 e più miliardi di anni fa, furono i primi sistemi stellari che nacquero, alla periferia delle galassie che si stavano formando.

Alti al meridiano (sopra l'orizzonte sud) sono giunti Ercole, la piccola Corona Boreale e il Bifolco, con la splendente stella rossa Arturo. Mentre la forma a rombo della Vergine, con il suo corteo di ricchissime galassie visibili anche con un piccolo telescopio, ha iniziato a declinare a occidente.

Verso ovest: clicca sull'immagine per ingrandirla.

Dalla stessa parte del cielo, sotto la Vergine, troviamo il trapezio del Leone (che tramonta progressivamente sempre prima, con il trascorrere dei giorni) e l'Orsa Maggiore, che si abbassa sull'orizzonte ovest ma nella sua parte principale, quella del Grande Carro, rimane sempre visibile sopra il nostro orizzonte.

La nebulosa di Coddington (IC 2574), una galassia irregolare a 13 milioni di anni luce dalla Terra, fotografata dal teleremoto 1 ASTRA (clicca sull'immagine per ingrandirla). © Ivan Montini e Enzo Pedrini

Nell'Orsa Maggiore troviamo una galassia irregolare, la nebulosa di Coddington, a circa 13 milioni di anni luce dalla Terra, un insieme di decine di miliardi di Soli.

A inizio notte, il Cancro lambisce l'orizzonte occidentale, insieme all'Auriga. È l'ultima occasione per vedere gli oggetti stupendi di queste costellazioni: torneranno tra 6 mesi.

Guardando verso nord, invece, troviamo il Dragone, una costellazione che sembra ricordare un drago cinese, che avvolge l'Orsa Minore. La stella Alfa del Dragone è Thuban, che ha magnitudine 3,6 ed è quindi visibile a occhio nudo. Tra il IV e il II millennio prima di Cristo, questa stella indicava il polo nord celeste. Ma pur essendo indicata con la lettera Alfa (che di norma è assegnata alla stella più luminosa di una costellazione), nel Dragone vi sono ben 7 stelle più luminose: la più brillante in assoluto è Gamma.

Saturno, il 18 aprile 2015. La bellezza del pianeta risalta nitida dopo la somma di centinaia di immagini a brevissima posa riprese con una webcam accoppiata a un telescopio di medie dimensioni. © Tiziano Olivetti, UAI

Il Dragone è ricco di nebulose planetarie, gli oggetti che si formano verso la fine della vita di alcune stelle, dopo il passaggio a gigante rossa. In qualche modo le nebulose planetarie sono l'ultimo sprazzo di vita delle stelle di massa simile al Sole, che emettono i loro strati più superficiali sotto forma di una bolla sferica di gas.

Stelle cadenti e Stazione Spaziale. I due principali sciami di meteore del mese di giugno sono le Arietidi e le Bootidi. Le prime hanno il massimo intorno alla metà del mese, ma sono diluite nel corso di tutto giugno; potete cercarle a oriente poco prima dell'alba. Le seconde invece hanno il massimo di intensità verso la fine del mese e, come dice il nome, sembrano provenire dalla regione di cielo in cui si trova Boote (il Bifolco). Altri sciami minori sono elencati sulle pagine dell'Unione Astrofili Italiani.

Samantha Cristoforetti è rimasta sulla Stazione Spaziale più a lungo del previsto. Il suo rientro, previsto per fine maggio, è stato rimandato a causa del mancato approdo di una navicella di rifornimento russa. Ancora non si sa esattamente quando rientrerà, sembra entro questo mese. Se volete farle ancora compagnia non mancate di dare un occhio alla Stazione Spaziale Internazionale, luminosa come Giove, che attraversa tutto il cielo in pochi minuti. In queste pagine dell'Unione Astrofili Italiani trovate una guida completa e rigorosa per identificarla nel cielo quando transita sopra l'Italia, mentre Heavens Above consente di vedere sempre su quale porzione di Terra sta viaggiando istante per istante e propone affascinanti virtualizzazioni 3D del panorama visto dalla ISS.

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