Spazio

I piani della Nasa per Marte

Marte 2033: l'ente spaziale americano fa il punto sul suo programma per il Pianeta Rosso. Ecco Deep Space Gateway e Deep Space Transport.

Sei anni dopo la dichiarazione di intenti della Nasa di voler portare l'uomo su Marte (era il 2011), ecco arrivare nuovi dettagli sulle tappe della grande avventura, che fanno da contorno a quanto è già noto, ossia che negli hangar dell'ente spaziale americano si stanno costruendo il più potente razzo mai prodotto, lo Space Launch System (SLS), e la capsula abitabile Orion.

Uno dei massimi dirigenti della Nasa, Bill Gerstenmaier, ha confermato che l'anno prossimo verrà effettuato il primo lancio del razzo e tratteggiato un possibile scenario per i prossimi 15-20 anni, per preparare il primo viaggio umano verso Marte.

Fase 1: Deep Space Gateway. Negli anni venti l'agenzia spaziale americana preparerà in orbita lunare il trampolino di lancio per una missione su Marte attorno agli anni trenta. Questa prima fase, chiamata in modo forse un po' altisonante Deep Space Gateway (DSG), prevede la costruzione di una stazione spaziale internazionale attorno alla Luna: non sarà permanentemente abitata, ma equipaggi di 4 persone vi si alterneranno per periodi di circa 40 giorni. Il DSG potrebbe essere composto da un modulo per la propulsione, un modulo abitativo e di lavoro e probabilmente una camera di compensazione per attività extraveicolari.

Ci saranno forse anche un braccio robotizzato, come quello della Stazione Spaziale Internazionale, e una cupola di vetro che offrirà una vista panoramica verso la Luna e la Terra.

Il DSG verrà assemblato nel 2025 nel corso di 3 voli con il razzo della Nasa ed è probabile che l'ente spaziale si affiderà a società private per i voli di rifornimento. Oltre che per la tecnologia, sarà una fase preparatoria importante anche da un punto di vista psicologico: si tratta infatti di costruire e abitare in un avamposto da cui non è facile tornare velocemente a Terra. Per contro, dal DSG sarà facilmente raggiungibile la Luna, e questo potrebbe interessare parecchio le società private chioamate a partecipare all'impresa.

Una stazione marziana permanente è ancora "fantascienza": difficile che si possa fare prima di 30-40 anni. © NASA

Fase 2: Deep Space Transport. Terminata la fase 1 il DSG sarà quanto di più vicino avremo a un vero porto spaziale, dove attraccherà un veicolo di grandi dimensioni con equipaggio: il Deep Space Transport (DST), un altro nome altisonante.

Seguirà un altro lungo periodo di test, un migliaio di giorni, e si potrà infine dirigere il DST verso Marte... Come se le tappe fin qui tratteggiate fossero invece state scolpite nella roccia, quello che segue sta tutto nel regno della fantasia: possiamo solo immaginare il viaggio dei nuovi Ulisse verso Marte e i suoi misteri, mentre per il DST si prevede il ritorno alla stazione lunare per essere rifornito, e questo - dicono alla Nasa - per almeno altri due viaggi.

La nave. Stando alla Nasa la navicella per Marte avrà un diametro di 8,4 metri, quindi più ampia dei moduli della Stazione spaziale internazionale, la Iss, che non superano i 4,3 m di diametro: in pieno assetto dovrebbe pesare 41 tonnellate. Se tutto andrà come previsto sarà lanciato attorno al 2027.

È anche possibile che la prima missione umana verso Marte non preveda di scendere sul pianeta. © NASA

Nel 2029 la navicella sarà raggiunta da un equipaggio, che l'abiterà per un anno, e nel 2033 inizierà il suo epico viaggio. Per guadagnare spinta la navicella passerà vicino a Venere, così che l'equipaggio potrà vantare anche questo nel diario di viaggio.

Guardare ma non toccare? Ancora non è chiaro quale potrebbe essere l'impegno di società private o di altri enti spaziali, come l'Agenzia Spaziale Europea o l'Agenzia Spaziale Russa. Ma, soprattutto, c'è un grosso punto interrogativo in questa storia: non è certo che durante quella missione si effettui una discesa su Marte, anzi, sembra quasi che ciò sia rimandato a missioni successive. Ammesso che questo piano ultra ventennale proceda come da copione, senza intoppi né incidenti, davvero un equipaggio arriverà attorno al Pianeta Rosso senza poter sbarcare?

10 aprile 2017 Luigi Bignami
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