Una buona notizia, e due un po' meno, arrivano in quello che non è esattamente un periodo idilliaco per la Roscosmos, l'agenzia governativa russa responsabile delle ricerche aerospaziali.
Sospiro di sollievo. Partiamo dalle note positive: questa mattina intorno alle 3:00 ora italiana, si è conclusa positivamente la manovra di correzione dell'orbita della ISS necessaria alle operazioni di sbarco dell'Expedition 43, che riporteranno sulla Terra Samantha Cristoforetti, l'americano Terry Virts e il russo Anton Shkaplerov.
L'operazione, che richiedeva l'accensione dei motori della capsula russa Progress M-26M, agganciata alla ISS, è stata compiuta con successo dopo che un primo tentativo di riavvio dei motori della navicella era fallito, venerdì 15 maggio.
Grave precedente. Gli astronauti a fine missione potranno quindi tornare sulla Terra dopo il rinvio del rientro di alcune settimane, dovuto al mancato attracco, e alla perdita della Progress M-27M (Progress 59), partita il 28 aprile 2015 da Baikonur e disintegratasi in atmosfera l'8 maggio, insieme al prezioso carico di rifornimenti che doveva trasportare fino alla ISS.
Pioggia sul bagnato. Ma alla prima mancata riaccensione dei motori della Progress M-26M e alla distruzione del cargo gemello si è aggiunto, sabato, un altro incidente che farà saltare qualche testa ai vertici della Roscosmos. Un razzo vettore Proton-M si è disintegrato in Siberia a pochi minuti dalla partenza di un lancio che doveva portare in orbita il satellite messicano per le comunicazioni MexSat-1.
Schianto al veleno. Le cause dell'incidente sono ancora da chiarire, ma per la Roscosmos il vettore avrebbe registrato i primi problemi a 500 secondi dal lancio; l'ultimo stadio del razzo, ancora carico di diverse tonnellate di eptile, un propellente altamente tossico, si sarebbe schiantato nella regione siberiana di Chita, a poche ore dal mancato riavvio dei motori della Progress (fortunatamente risoltosi questa mattina).
Nuove leve cercasi. La Roscosmos sta affrontando un periodo di forte rinnovamento, ma secondo alcune fonti, 20 anni di tagli ai finanziamenti avrebbero ostacolato il ricambio generazionale del personale, necessario a rimpiazzare specialisti assunti nell'era sovietica.