Che certi batteri riescano a sopravvivere anche nello Spazio non è un fatto nuovo: ma alcuni microrganismi se la cavano addirittura meglio in microgravità che sulla Terra. Una specie in particolare, il Bacillus safensis, sembra aver trovato l'habitat ideale nell'ambiente caldo-umido, ricco di ossigeno e a gravità zero della Stazione Spaziale Internazionale.
Lo dicono i dati di un esperimento di citizen science, Project MERCCURI, che ha testato la sopravvivenza di decine di specie batteriche non all'esterno (come già avvenuto in passato), ma all'interno della ISS.
Condizioni ottimali. Dei 48 ceppi batterici inviati nello Spazio nel corso dello studio, 45 sono cresciuti in modo simile a come avviene sulla Terra, adattandosi rapidamente all'assenza di gravità. Ma il Bacillus safensis ha raggiunto, sulla ISS, una densità di popolazione del 60% maggiore rispetto alle colture terrestri.
Una vecchia conoscenza. Già in passato è stata osservata la facilità con cui il Bacillus si diffonde sulle sonde spaziali e negli hangar che le ospitano, e si sospetta possa aver preso un passaggio per Marte a bordo dei rover Spirit e Opportunity. La scoperta fa riflettere sull'impatto delle comunità microbiche nei delicati avamposti spaziali, ma anche sulla possibilità di contaminare con batteri terrestri i pianeti, le comete o i satelliti che esploriamo.