Un gruppo internazionale di astronomi ha completato l'elaborazione di un'immagine che riassume ben 16 anni di lavoro del telescopio spaziale Hubble: l'immagine, che è la sovrapposizione di molte migliaia di informazioni dello spazio profondo riprese dagli strumenti di Hubble, è stata chiamata Hubble Legacy Field. Mostra circa 265.000 galassie, la più vecchia delle quali è stata datata a 13,3 miliardi di anni fa: qualcosa come appena 500 milioni di anni dopo il Big Bang. Per comporre l'immagine non sono bastate le riprese nella lunghezza d'onda del visibile, ossia nelle lunghezze d'onda che possiamo vedere direttamente, ma a queste sono state sovrapposte riprese dall'ultravioletto al vicino infrarosso, così da raccogliere tutte anche informazioni che la semplice luce visibile non coglie.
Le altre Hubble Field. Non è la prima volta che i dati dell'Hubble Space Telescope, ormai prossimo ai 30 anni di vita, sono stati utilizzati per elaborare immagini di questo tipo, ma la possibilità di sovrapporre informazioni ottenute in tempi sempre più lunghi ha portato a questo ultimo capolavoro della tecnologia.
Le precedenti immagini erano state realizzate nel 1995 (un migliaio di galassie), poi nel 2004 è stata pubblicata la prima versione della Hubble Ultra Deep Field (HUDF): l'immagine, rielaborata nel 2014 con nuovi dati nella lunghezza d'onda dell'ultravioletto, mostra una piccola regione dello Spazio con circa 10.000 galassie.

Nel 2012 fu pubblicata la eXtreme Deep Field (XDF): frutto di una decina di anni di dati esclusivamente nella lunghezza d'onda del visibile, mostrava circa 5.000 galassie all'interno di una piccola regione al centro della Ultra Deep Field, come in una sorta di zoom cosmico.

L'ultima immagine pubblicata è il risultato di circa 7.500 esposizioni, elaborate ultizzando una trentina di software sviluppati per lo studio del profondo Universo: Garth Illingworth, responsabile del gruppo di lavoro che ha realizzato il mosaico, è certo che «l'immagine è destinata a restare insuperata, almeno finché non verranno lanciati i futuri telescopi spaziali, come il James Webb». E questo ci dice che il record resterà imbattuto per molto tempo ancora.