L'11 luglio 2019 la sonda della JAXA Hayabusa2 ha completato con successo la sua seconda "toccata e fuga" dall'asteroide 162173 Ryugu: scopo del touchdown era prelevare il suo primo campione di materiale non di superficie, rimasto presumibilmente intatto dalle origini del Sistema Solare. La complicata missione era iniziata ad aprile, con il bombardamento del masso spaziale per creare un piccolo cratere superficiale dal quale poi attingere detriti.
Andata e ritorno. Ora che la raccolta è andata a buon fine, l'Agenzia spaziale giapponese ha realizzato un filmato con le immagini catturate dalla telecamera di bordo CAM-H della sonda, nei 7 minuti e 50 secondi impiegati per toccare il suolo e rimbalzare nello Spazio. Il video inizia quando Hayabusa2 si trova a 8,5 metri dalla superficie, e termina quando raggiunge una distanza di 150 metri dall'asteroide. Le foto originali sono state acquisite a intervalli di tempo compresi tra gli 0,5 e i 5 secondi.
Anche se il video è stato accelerato si intuisce la grande attenzione usata per manovrare la sonda e depositarla dolcemente sulla superficie dissestata del masso celeste. Il carico che il falco pellegrino giapponese conserva a bordo è il primo materiale subsuperficiale di un corpo celeste mai ottenuto in una missione spaziale, se si esclude il suolo lunare: una fotografia del Sistema Solare delle origini, dato che gli asteroidi non mutano granché nel corso del tempo.
Verso nuovi orizzonti. Nei prossimi mesi Hayabusa2 si sposterà su una traiettoria che la riporterà vicino alla Terra nel dicembre 2020, da cui dovrebbe rilasciare questo e i due campioni di suolo superficiali prelevati in precedenza. Il raccolto celeste dovrebbe rientrare dolcemente in atmosfera, mentre la sonda, ancora piena di carburante, potrebbe proseguire il suo viaggio nello Spazio profondo.