Spazio

Glossario galattico per autostoppisti: guida al Sistema Solare

Meteore e meteoriti, sassi, pianeti e planetoidi, comete e planetesimi: ecco come districarsi tra i nomi degli oggetti che ci circondano nel Sistema Solare.

Ogni anno vengono scoperti nuovi corpi celesti nel nostro Sistema Solare e, per fare ordine, gli astronomi li classificano inserendoli in gruppi che, a volte, hanno confini poco definiti e si sovrappongono. Ecco allora una mini-guida per orientarsi nel cosmo delle definizioni.

Meteore e meteoriti. Quando uno dei tanti sassi che sono nello Spazio cade verso la Terra e incontra l'atmosfera, si surriscalda fino a brillare: ecco la nascita di una stella cadente. Questo fenomeno viene chiamato così perché crea luce, ma ovviamente non coinvolge vere e proprie stelle (dove, per definizione, avviene la fusione nucleare).

I bolidi possono rilasciare l'energia di una piccola bomba nucleare e illuminare il paesaggio a giorno.

Il nome tecnico della stella cadente è meteora, mentre una pioggia intensa e periodica di stelle cadenti (come ad esempio le Perseidi di agosto) viene chiamata sciame meteorico. Se poi una meteora è davvero brillante, la si chiama bolide. Infine, ciò che rimane di un sasso spaziale dopo essere passato attraverso l'atmosfera ed aver impattato col suolo, è un meteorite.

Nasa, sonda OSIRIS-REx, asteroide Bennu
L'asteroide Bennu, in questo momento visitato dalla sonda Osiris-Rex. © NASA/Goddard/University of Arizona/Lockheed Martin

Asteroidi e comete. Finché quegli stessi sassi rimangono nello Spazio hanno però altri nomi, diversi non tanto in base a come sono, ma a come storicamente venivano avvistati. Questi piccoli corpi celesti si dividono in due grandi gruppi: i più comuni sono gli asteroidi, che possono essere visti (se sono sufficientemente grandi) perché riflettono la luce del Sole. Tuttavia, date le loro dimensioni relativamente piccole (da pochi metri a 1.000 km di diametro), al telescopio non appaiono tondi o tondeggianti, ma puntiformi - come le stelle. Da qui il nome: simili ad astri, ossia asteroidi.

Il nucleo della cometa 67P, decisamente non sferico e al di sotto dei 4 km. La freccia bianca mostra il ghiaccio diventato gassoso per via del calore solare. © ESA/Rosetta/NavCam – CC BY-SA IGO 3.0.

Il secondo gruppo dei sassi spaziali che restano nello Spazio è quello delle comete. Il corpo solido delle comete si chiama nucleo e, a differenza degli asteroidi, non è fatto solo di roccia, ma anche di ghiaccio.
 
Nella media, il nucleo delle comete misura meno di 20 km di diametro, eppure le vediamo molto bene (nonostante siano piccole), quando si avvicinano al Sole, perché parte del ghiaccio si scioglie, diventa gas e viene spazzato via dal vento solare, creando la spettacolare coda, mentre un'altra parte rimane attorno al nucleo a formare la chioma. Da qui il nome: cometa deriva dal greco per chioma.

Nettuno è l'ultimo e il più lontano dei pianeti ufficiali del Sistema Solare. Oltre la sua orbita ci sono gli oggetti transnettuniani. © NASA

A complicare le cose, sotto Natale una cometa viene chiamata stella cometa, ma, ancora una volta, stella non è.


 
Se poi uno di questi corpi celesti si trova oltre l'orbita di Nettuno, gli viene affibbiata l'etichetta di oggetto transnettuniano. Non è finita: tutti questi oggetti possono anche cambiare classificazione e diventare satelliti naturali (cioè delle lune) semplicemente entrando in orbita attorno a un pianeta...
 

A questo punto bisogna proprio chiederselo: che cos'è un pianeta?

Cerere è l'unico dei 5 pianeti nani ad oggi riconosciuti a non trovarsi oltre l'orbita di Nettuno. Si trova infatti nella fascia principale degli asteroidi, fra Marte e Giove. © JPL-Caltech / UCLA / MPS / DLR / IDA / NASA

Pianeti nani e Giganti gassosi. Dal 2006 i pianeti vengono definiti dall'Unione Astronomica Internazionale come quei corpi celesti che 1) orbitano attorno a una stella, 2) sono abbastanza massicci da essere tondeggianti (non come Ultima Thule, ad esempio) e 3) dominano la loro orbita.
 
Questo in sintesi. Tra l'altro, l'ultimo punto, il 3, ha fatto retrocedere Plutone da pianeta alla nuova categoria dei pianeti nani: questi sono corpi celesti abbastanza grandi (sopra i 1.000 km di diametro), ma che hanno compagnia nella loro orbita (Plutone, infatti, condivide la sua orbita con tanti altri piccoli oggetti: non sono le sue lune, ma compagni di viaggio lungo la sua orbita).

I piccoli corpi celesti simili a pianeti sono genericamente chiamati planetoidi, da non confondere coi planetesimi, ovvero i corpi celesti che orbitano attorno a una giovane stella e che, unendosi, prima o poi daranno forma a pianeti veri e propri. Gli astronomi studiano con interesse le stelle circondate da nubi di planetesimi proprio per comprendere meglio i meccanismi di formazione dei pianeti.

Nella raffigurazione digitale, il gigante gassoso mentre orbita attorno alla sua stella, lasciando dietro di sé le tracce dell'atmosfera vaporizzata. © NASA/ESA/G. Bacon

Il Sole e le altre stelle. Anche fra i pianeti possono essere fatte delle distinzioni. I pianeti interni, o del Sistema Solare interno (Mercurio, Venere, Terra e Marte), sono pianeti terrestri (o rocciosi): hanno dimensioni differenti, ma sempre nell'ordine di grandezza della Terra. Oltre Marte, ecco invece i grandi pianeti del nostro sistema: i giganti gassosi, con massa e dimensioni di molto superiori a quelle della Terra.

Osservando i pianeti che orbitano attorno ad altre stelle (sono chiamati esopianeti o pianeti extrasolari), sono state però scovate delle eccezioni alla nostra classificazione. Esistono infatti pianeti rocciosi molto più grandi della Terra (detti super terre) o giganti gassosi molti vicini alla loro stella madre (chiamati gioviani caldi). A noi fanno comodo, etichette e classificazioni, ma l'Universo non sembra rispettarle granché.

10 febbraio 2019 Davide Lizzani
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