Quando, negli Anni Sessanta, giunsero le prime immagini riprese dalle sonde che si erano avvicinate alla Luna, furono individuate alcune grotte che dalla superficie si addentravano nella crosta lunare. Si capì quasi subito che quelle grotte lunari erano il risultato del crollo del tetto di "tubi di lava", strutture che si erano formate quando lì scorreva la lava.
Qua e là, giù il tetto. Nel suo percorso, la parte superiore si raffreddava velocemente formando il "soffitto" di un tunnel all'interno del quale la lava continua a scorrere fino al termine dell'eruzione. In molti casi il risultato finale era una vera galleria che si sviluppava per centinaia di metri, se non per chilometri. Qua e là poi il tetto è crollato in alcuni punti, dando origine ad aperture che permettono di entrare in queste grotte.

Ora i ricercatori della CU Boulder hanno deciso di verificare come potrebbe essere l'ambiente all'interno di alcune di quelle grotte. I risultati preliminari del gruppo di lavoro suggeriscono che all'interno di quelle strutture le condizioni ambientali sono notevolmente stabili. «Non sembrano cioè, sperimentare i notevoli sbalzi di temperatura a cui è normalmente soggetta la superficie del satellite», ha detto Andrew Wilcoski, del Dipartimento di Scienze Astrofisiche e Planetarie della CU Boulder.
Già, perché «quando ci si avvicina all'equatore, le temperature in superficie possono raggiungere e superare i 100 gradi Celsius durante il giorno e scendere fino a 170 gradi Celsius sotto lo zero durante la notte», ha detto Wilcoski. La temperatura nelle grotte invece sembra sostenere ambienti relativamente stabili.
Occhio all'ingresso. Da una simulazione è risultato che la maggior parte delle grotte potrebbe avere temperature comprese tra –120 °C e –70 °C durante l'intero giorno lunare (che dura 28 giorni circa). Vale la pena tenere conto, però, che vicino all'ingresso di queste grotte le condizioni sono molto influenzate dal modo in cui arrivano i raggi solari.
Pozzi e caverne sono luoghi potenzialmente ideali per le colonie spaziali del futuro. Sono luoghi naturalmente accoglienti dove gli uomini potrebbero essere protetti dalle pericolose radiazioni del Sole e dello spazio in genere, oltre che dalle meteoriti, anche piccole, che sulla Luna arrivano integre in superficie in quanto, a differenza della Terra, non c'è un'atmosfera in grado di bruciarle.
Il dubbio è se in queste grotte possano esserci anche risorse utili agli astronauti durante la loro permanenza, come il ghiaccio da cui si potrebbe ricavare acqua da bere, da usare per l'igiene personale o per produrre carburante per missili.
Niente acqua, però... Le stesse simulazioni al computer, però, dicono che questi non sono i luoghi dove cercare direttamente l'acqua. Una possibilità interessante, semmai, sarebbe quella di stabilire una base protetta all'interno di un pozzo o di una grotta lunare che si trovi vicino a uno dei crateri polari contenenti ghiaccio d'acqua e usarla per immagazzinare il ghiaccio raccolto fuori.
Al momento nessuno sa quanti pozzi e caverne potrebbero nascondersi sulla Luna. Un'indagine eseguita alcuni anni or sono, analizzando con grande attenzione le foto lunari a disposizione, ne ha trovate più di 200. Per la maggior parte avevano dimensioni tra i 400 metri e i pochi metri di larghezza. Tutto sommato adatte, dunque, per poter ospitare al loro interno un'intera base umana.