In genere no, nonostante le 16 albe e i 16 tramonti cui assistono ogni giorno gli astronauti non soffrono di jet lag. Per garantire all’equipaggio della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) un normale ritmo sonno-veglia, gli esperti hanno messo a punto una routine quotidiana basata su una giornata terrestre di 24 ore (tempo medio di Greenwich).
Pasti, attività sportive, riunioni e chiamate alla famiglia avvengono in orari prestabiliti; 10 ore sono destinate al lavoro, 8 al sonno. Il sabato è dedicato a pulizia e manutenzione, la domenica al riposo. I ritmi serrati riducono al minimo la necessità di aiuti chimici come la melatonina, ormone che regola i ritmi circadiani, o i farmaci tranquillanti, che rischierebbero di compromettere la reattività dei cosmonauti.

È inoltre allo studio l’influenza della luce colorata: quella rossa (tipica dei raggi solari mattutini e tardo pomeridiani) sembra conciliare il sonno; quella blu – la lunghezza d’onda delle ore diurne – favorisce l’allerta.
Che cos'è il jet lag. Il jet lag è un insieme di disturbi che colpiscono chi viaggia in aereo, e quindi molto velocemente, su distanze che implicano cambiamenti di uno o più fusi orari in breve tempo.
L’organismo è sincronizzato internamente su un ritmo di 24 ore (ritmo circadiano), dovuto all’alternanza di luce e buio e alle abitudini di vita. Su di esso si organizza tutta l’attività del corpo: alternanza sonno-veglia, oscillazione nelle 24 ore della temperatura, della pressione arteriosa e della secrezione di diversi ormoni.