Gli astronauti dormono poco e male, sia durante le missioni spaziali, sia nei mesi precedenti alla partenza. A dirlo è un ampio studio di monitoraggio del sonno dei cosmonauti compiuto dalla Divisione di disturbi del sonno e circadiani del Brigham and Women Hospital (BWH), alla Harvard Medical School di Boston (Stati Uniti).
10 anni di sonno. Gli scienziati hanno analizzato la quantità di ore dormite in oltre 4 mila notti di sonno sulla Terra e più di 4.200 notti (si fa per dire) nello Spazio, coinvolgendo 64 astronauti che hanno partecipato a 80 missioni Shuttle e 21 che hanno fatto parte degli equipaggi della ISS. La ricerca, durata 10 anni, è stata pubblicata sulla prestigiosa rivista The Lancet Neurology ed è la più completa sul sonno spaziale mai condotta finora.
La notte è piccola. Il risultato fa pensare che nello Spazio non si dorma granché: i dati parlano di una media di 5,96 ore di sonno a notte per le missioni Shuttle, e 6,09 ore sulla ISS. E questo, nonostante la Nasa preveda - e programmi, imponendo serrati ritmi sonno-veglia - 8,5 ore di riposo per notte per i suoi equipaggi.
Le classiche sette ore di sonno o più a notte si sono verificate solo nel 12% delle dormite nelle missioni Shuttle e nel 24% di quelle sulla ISS. Percentuali che - fortunatamente - sono risalite al 42% e al 50% quando i cosmonauti hanno fatto ritorno a casa. Prima di partire per la missione, invece, i sonni sono chiaramente più brevi e agitati: si parla di meno di 6 ore e mezzo di sonno per notte nei tre mesi che precedono il conto alla rovescia.
Un aiuto dalla chimica. Inoltre, la ricerca sottolinea anche il frequente ricorso degli equipaggi a farmaci per facilitare il riposo. Tre quarti degli ex astronauti della ISS coinvolti nello studio ha riferito di aver occasionalmente ricorso a sonniferi per favorire il sonno. Un numero che in passato era ancora più alto: il 78 per cento dei membri dell'equipaggio Shuttle intervistati hanno assunto farmaci per più della metà delle notti trascorse a bordo.
«La possibilità per un membro dell'equipaggio di eseguire compiti in modo ottimale se svegliato improvvisamente da un allarme di emergenza può essere compromessa dall'uso di farmaci promotori del sonno» spiega Laura K. Barger, principale autrice dello studio. Per aiutare gli astronauti a dormire e favorire la loro sicurezza ed efficienza durante le ore di veglia occorrerà allora pensare ad altri rimedi, come l'esposizione controllata a luce di particolari lunghezze d'onda, o una migliore programmazione delle loro attività.
Soprattutto, in vista dei lunghi, e delicati viaggi verso Marte.