Se si guarda alla maggior parte dei sistemi solari finora scoperti si scopre che vicino alla loro stella vi sono più pianeti che non nel nostro. Come mai? La risposta potrebbe essere quella che ha rivelato un nuovo modello di formazione del nostro sistema solare, che risulterebbe un’eccezione rispetto a quelli fin qui studiati.
L’elemento fuori dal comune sarebbe la scorribanda che ha fatto Giove durante i primi 10 milioni di anni di vita del sistema solare, quando il pianeta gigante si spostò verso il Sole. E proprio perché la sua stazza era già enorme, spazzò via la prima generazione di pianeti che si stavano formando. Anzi li scaraventò nel Sole, dove andarono a fondersi per sempre. Lo sostiene una ricerca guidata da Kostantin Batygin, dell’Università della California, apparsa su Proceedings of the National Academy of Sciences.
Grazie Saturno! Solo quando si formò Saturno, altro pianeta gigante, Giove si spostò lentamente dall’interno del sistema solare fin dove si trova oggi, a circa 600 milioni di chilometri dal Sole. Solo a questo punto il materiale che era rimasto relativamente vicino alla nostra stella potè aggregarsi senza problemi, così si formarono i pianeti interni: Mercurio, Venere, Terra e Marte.
«Il nostro lavoro - spiega Batygin - non vuole provare la migrazione di Giove dall’interno del sistema solare verso l’esterno, già provata da altri modelli, ma le conseguenze della sua posizione nel tempo.»
Ma come ha fatto Giove a lasciare l’interno del sistema solare per muoversi verso l’esterno? Il tutto lo si deve appunto a Saturno, attirato verso il Sole a una velocità maggiore rispetto a Giove. Così, in poco tempo, gli si è avvicinato.
Quando si sono trovati relativamente vicini, tra di essi è nata una risonanza orbitale: ciò significa che uno dei due compiva un’orbita attorno al Sole mentre l’altro ne faceva due. In questo modo, secondo questo modello, i due corpi avrebbero iniziato a esercitare un’influenza gravitazionale uno sull’altro.
A questo punto, come due pattinatori sul ghiaccio, si sarebbero dati spinte gravitazionali che li avrebbero fatti allontanare dal Sole fino a raggiungere la posizione attuale. Il materiale che rimase in prossimità della stella ebbe modo - pochi milioni di anni dopo - di dare vita ai pianeti terrestri. Una situazione, questa, che non sembra essere comune nella nostra galassia, perché nei sistemi solari finora osservati, vicini alla stella madre vi sono grandi pianeti gassosi e piccoli pianeti rocciosi.