Secondo i risultati di un recente studio condotto da un gruppo di ricercatori statunitensi, i quattro satelliti galileiani di Giove - Io, Europa, Ganimede e Callisto - sarebbero gli ultimi sopravvissuti di una popolazione di almeno 20 lune che orbitavano attorno al pianeta gigante del Sistema Solare poco dopo la sua formazione.
Grazie ai risultati di simulazioni numeriche, da tempo è noto che la massa del disco di materia che circondava Giove durante le sue primissime fasi evolutive doveva essere almeno dieci volte superiore a quella totale degli attuali satelliti gioviani. Adesso il mistero sembra essere stato chiarito. La “massa mancante” nel sistema di satelliti può essere spiegata se delle lune si formarono mentre il disco di detriti rocciosi circumgioviano era ancora consistente. Le interazioni tra questa materia, che continuava ad affluire dalla nebulosa protoplanetaria, avrebbero indotto i satelliti da poco formatisi a spiraleggiare verso Giove per esserne alla fine “fagocitati”.
Attualmente, dei 63 satelliti che orbitano attorno a Giove soltanto quattro sono di grandi dimensioni – Io, Europa, Ganimede e Callisto(da sinistra a destra nell'immagine). I risultati di un recentissimo studio mostrano però che poco dopo la formazione del pianeta il loro numero doveva essere di almeno 20. In breve tempo le prime generazioni dei satelliti maggiori sarebbero state “fagocitate” dal pianeta gigante.
Questo meccanismo spiegherebbe le discrepanze con i risultati delle precedenti simulazioni. Appena una generazione di satelliti veniva “inghiottita” da Giove, immediatamente se ne formava un altro gruppo e così via per almeno cinque generazioni. Gli attuali satelliti avrebbero avuto origine nel periodo in cui l’afflusso di materiale della nebulosa proto planetaria verso il disco di materia circumgioviana si interruppe, evitando a queste lune la fine delle sorelle più vecchie. Lo stesso meccanismo molto probabilmente dovrebbe avere interessato anche Saturno.