Mercurio è il pianeta del nostro Sistema più vicino al Sole: sulla faccia in piena esposizione le temperature toccano i 400 gradi centigradi, eppure in alcuni dei suoi crateri è stato rilevato ghiaccio d'acqua. Si trova sul fondo dei crateri, dove il Sole non riesce a farsi sentire: quanto ghiaccio c'è? Da dove è arrivato?
85 metri di ghiaccio. Lo studio dei dati della sonda Messenger (Nasa) ha dato una risposta alla prima domanda: lo spessore medio dei ghiacci è di circa 50 metri, con un massimo di 85 metri in alcuni punti. Finora si riteneva che non potessero esserci più di due metri di ghiaccio...
Per la seconda domanda, da dove è arrivato il ghiaccio d'acqua su Mercurio, non c'è ancora risposta: non è per nulla chiaro come comete e asteroidi possano aver portato tutta quell'acqua sul pianeta.


L'origine dell'acqua su Mercurio. Al di là dell'inattesa quantità di ghiaccio, ciò che resta da capire è dunque l'origine di quell'acqua. Alcune ipotesi suggeriscono che sia arrivata con le comete di lungo periodo che arrivano dalla Nube di Oort, un'immensa regione sferica dello Spazio che circonda il Sistema Solare, composta da miliardi di comete, ad una distanza quasi intermedia tra il Sole e la stella più vicina.
Secondo altri, le comete potrebbero essere arrivate dalla fascia di Kuiper, una gigantesca ciambella di miliardi di oggetti ghiacciati che circonda il Sistema Solare oltre l'orbita di Nettuno.
La missione BepiColombo. Per Vincent Eke (Durham University, UK), autore della ricerca, «il notevole spessore del ghiaccio farebbe escludere che sia stato portato da comete che arrivano da molto lontano, perché sono più rare. È più probabile che sia la conseguenza dell'accumulo di ghiaccio di un gran numero di oggetti arrivati dalla fascia di Kuyper. Si potrà forse avere una certezza con la conferma delle misure di spessore dei ghiacci e con nuovi dati sulla loro distribuzione nei crateri».
I nuovi dati non si faranno aspettare troppo: per quest'anno, o per l'inizio del prossimo, prende il via la missione BepiColombo, dell'Esa, che porterà fino a Mercurio ben due sonde (una europea e una giapponese), per rispondere - anche - ai molti interrogativi sollevati dalla Messenger.