Secondo voi quanti crateri lunari, dei 1.578 che hanno un nome di persona, si chiamano come una scienziata donna? La risposta è a due cifre, e molto più bassa di quella che avete probabilmente stimato: appena 33 e anche da poco (erano 32 fino a febbraio 2021). Bettina Forget, artista e ricercatrice alla Concordia University di Montreal (Canada), astrofila e direttrice del Programma di Residenza per artisti del SETI Institute, se ne è accorta mentre cercava di disegnarli. «Non mi aspettavo il 50%, non sono così ottimista» ha raccontato al New York Times. «Ma il 2%? Sono rimasta di stucco».
Un'evidente sproporzione. Per convenzione, i crateri lunari che hanno ricevuto un nome dall'Unione Astronomica Internazionale celebrano astronomi, matematici, ingegneri, astronauti ed esploratori. Bettina Forget disegna crateri lunari da anni, dettagliando con grafite e colore acrilico nero rilievi e contorni. Molti dei suoi soggetti hanno nomi di indubbia fama, Newton, Copernico, Einstein, ma è quando si passa ai cognomi meno noti che sorge il dubbio: quello scienziato era un uomo o una donna? Passando in rassegna la lista dei nomi dei crateri lunari, Forget ha pensato di evidenziare quelli con nomi femminili: ha potuto fare solo 32 righe (il 33esimo è stato assegnato in seguito).
Un vuoto da colmare. Nel 2016, Forget li ha disegnati tutti, nel progetto Women with Impact ("donne di impatto": potete vedere 6 dei crateri disegnati nella foto in apertura). Quelli sulla faccia visibile della Luna (come i crateri Cannon e Mitchell, dal nome di due astronome del 19esimo e 20esimo secolo) li osserva direttamente con un telescopio, per quelli sul lato nascosto ci sono le immagini del Lunar Reconnaissance Orbiter a fare da modello. Il progetto mette in luce in modo efficace quanto le donne siano sottorappresentate nella scienza, nella tecnologia, nell'ingegneria e nella matematica, le competenze note con l'acronimo STEM. Niente meglio di un cratere, sinonimo di vuoto, per rappresentare questa assenza.
Lasciare il segno. Ma l'artista si è spinta anche oltre, passando dalle due alle tre dimensioni. Nel 2019 ha iniziato a stampare in 3D ogni cratere disegnato per crearne una versione "rovesciata", in rilievo - una sorta di timbro che possa lasciare un'impronta. «Mi piaceva l'idea di tenere in mano un cratere lunare» spiega Forget, che ora sta sperimentando diversi modi per mettere quegli stampi sotto la suola delle scarpe in un progetto che ha chiamato One Small Step, un piccolo passo. Bettina Forget sta invitando le scienziate che lavorano nei campi dell'astrobiologia e delle scienze esoplanetarie a creare i loro "piccoli passi" e a diffonderne le immagini (come quella che vedete qui sotto) per invertire la tendenza osservata sulla Luna e cambiare finalmente le cose.
33, 34, 35... Poiché i crateri lunari prendono in genere il nome di persone non più in vita, il divario di genere osservato sulla Luna si riferisce a una mancanza storica, a secoli in cui per una donna era molto difficile intraprendere una carriera scientifica e vedere i propri successi riconosciuti. Ma la situazione sta migliorando, e può continuare a farlo anche attraverso l'arte. Il 33esimo cratere con nome femminile "battezzato" a febbraio porta in nome di Annie Easley, informatica, matematica e astrofisica afroamericana della NASA scomparsa nel 2011. E nel 2015 sono stati proposti per altri due crateri i nomi Pierazzo e Tharp, in onore di Elisabetta Pierazzo e Marie Tharp, rispettivamente un'astrobiologa e un'oceanografa.