Grazie a Fermi, il telescopio spaziale della Nasa, sono state identificate cinque galassie risalenti ai primordi dell'Universo: sono blazar, ossia galassie che emettono radiazioni ad altissima intensità, soprattutto nella regione di spettro dei raggi gamma (l'oggetto delle ricerche del telescopio).
L'età dei blazar scoperti viene fatta risalire a quando l'Universo aveva 1,4 - 1,9 miliardi di anni (la stima attuale dell'età dell'Universo è di circa 13,7 miliardi di anni): sono 5 volte più vecchi rispetto a quelli finora conosciuti, e sono caratterizzati dalla presenza di giganteschi buchi neri nel loro centro.
Duemila miliardi di soli. Spiega Roopesh Ojha (Nasa): «La scoperta è molto importante: questi blazar sono molto vecchi, e stando a quanto si supponeva fino ad oggi sembrava pressoché impossibile che buchi neri supermassicci potessero formarsi così lontano nel tempo, ossia così vicini alla nascita dell’Universo. Dobbiamo cercare altri oggetti simili, per capire come si sono formati - e anche che cosa non abbiamo ancora capito della storia primordiale del cosmo».
Stando alle conoscenze attuali, si pensa che le forti emissioni di energia dei blazar siano causate dall'interazione tra la materia della galassia che ospita i buchi neri e i buchi neri stessi all'interno dei quali cade. Buchi neri di massa non inferiore a un milione di volte quella del Sole, e anche molto di più.
Quando la materia precipita verso il buco nero una parte di essa va a formare il cosiddetto disco di accrescimento, dal quale poi una parte della materia verrebbe espulsa a velocità prossime a quella della luce lungo due direttrici contrapposte.
Due dei nuovi blazer scoperti possiedono buchi neri da oltre un miliardo di masse solari: i getti emessi dei loro dischi di accrescimento hanno un'energia superiore a oltre 2 mila miliardi di volte quella emessa dal nostro Sole.