Un gruppo internazionale di astronomi ha diffuso la più grande immagine mai realizzata dal telescopio spaziale Hubble della NASA/ESA, che permette agli astronomi di mappare le regioni dove si formano le stelle e di scoprire come hanno avuto origine le prime e più lontane galassie dell'Universo.
Utile per webb. La fotografia è stata scattata nell'"infrarosso vicino", vale a dire ad una lunghezza d'onda molto vicina a quella che i nostri occhi possono vedere, ma che non riescono ancora a percepire. L'immagine, denominata 3D-DASH, è ad altissima risoluzione e ciò permetterà al telescopio James Webb, lanciato a dicembre 2021 e arrivato nella sua destinazione definitiva qualche mese più tardi, di puntare il suo occhio su obiettivi molto lontani e unici. Un'anteprima dell'articolo che sarà pubblicato su The Astrophysical Journal è disponibile su arXiv.
Spiega Lamiya Mowla, della Facoltà di Arti e Science's Dunlap Institute for Astronomy & Astrophysics presso l'Università di Toronto e autore principale dello studio: «Dal suo lancio, avvenuto più di 30 anni fa, il telescopio spaziale Hubble ci ha permesso di studiare e di capire, almeno in parte, come sono cambiate le galassie negli ultimi 10 miliardi di anni. Il programma 3D-DASH permetterà di andare oltre e svelare i misteri che fino ad ora non siamo riusciti a comprendere».
Le prime galassie. Grazie all'uso dell'infrarosso, l'occhio di Hubble è in grado di osservare le prime galassie che si formarono nell'Universo e che oggi risultano essere le più lontane.
Questo perché l'infrarosso stesso riesce a "penetrare" tra le polveri dell'Universo e a catturare la luce delle galassie primordiali che risulta, a causa del veloce allontanamento delle galassie stesse, come "stirata", facendo passare nell'infrarosso lunghezze d'onda del visibile.
E ora? Fino ad oggi immagini che racchiudono un campo così vasto dell'Universo (paragonabile a circa 6 volte la dimensione della Luna piena vista da Terra) erano state realizzate solo dalla Terra, ma possedevano una risoluzione piuttosto bassa. Quanto ha realizzato Hubble permetterà di puntare l'occhio del Webb Telescope su galassie lontanissime molto massicce oppure su buchi neri molto attivi o su galassie che sono sul punto di scontrarsi tra loro e fondersi in una sola. Con questa immagine, dicono gli astronomi, si darà il via ad un nuovo dello studio dell'universo.