Da un uomo che corre verso la Via Lattea a impressionanti scatti dell'aurora boreale o del moto apparente delle stelle: il Royal Observatory's Astronomy Photographer of the Year 2024, ha rivelato i finalisti del 2024. Una shortlist di una trentina di scatti selezionati dai più diversi angoli del pianeta che hanno il cielo e i corpi celesti come comune denominatore.
Si tratta della più grande competizione di fotografia dello spazio ed è presieduta dal Royal Observatory Greenwich di Londra. Quest'anno, per la 16esima edizione del premio, la giuria ha ricevuto 3.500 foto da altrettanti fotografi, tra amatoriali e professionisti, provenienti da 58 paesi del mondo
Una notte con le valchirie
Una veduta panoramica del monte Eystrahorn, nella penisola di Hvalsnes in Islanda, durante la notte di una tempesta KP7, ovvero un'intensa tempesta geomagnetica che può dare origine ad aurore boreali e disturbare la rete elettrica. L'impressionante gamma di colori che si vedono nel cielo è stata resa possibile proprio dalla potenza del fenomeno.
È stata scattata il 2 dicembre 2023. L'autore, Jose Miguel Picon Chimelis, ha raccontato di aver vissuto «una delle notti più incredibili tra le mie uscite fotografiche notturne. C'era una previsione di una tempesta KP7 ed ero entusiasta di ciò che avrei potuto vedere. Quello che non potevo immaginare era di vedere questi colori nel cielo. Fu uno spettacolo difficile da descrivere».
La casa abbandonata
Una casa abbandonata nel deserto del Namib, con la Via Lattea sullo sfondo. Il velo di nuvole e gli aloni attorno alle stelle creano un effetto quasi onirico. Per cogliere al meglio tutte le sfumature della luce, l'autore ha utilizzato un astroinseguitore per abbassare gli ISO, cioè la sensibilità del sensore della fotocamera alla luce.
«Ho trovato questa casa abbandonata nel deserto del Namib - ha raccontato Stefan Liebermann - Ho messo delle luci in casa, ho sistemato il mio astroinseguitore e ho colto l'occasione»
Una balena che attraversa il Sole
Un foto che cattura nel dettaglio la superficie del Sole. A sinistra del disco si può vedere un filamento di plasma simile a una balena che attraversa la superficie della stella. «Quel giorno stavo guardando la superficie solare con il mio telescopio e a un certo punto fui sorpreso da uno straordinario filamento, la cui forma ricordava un'immensa balena. È stato davvero sorprendente testimoniare la singolarità di questa scena meravigliosa. Questa figura imponente non solo rivela l'attività solare, ma sottolinea anche l'affascinante capacità della nostra mente di percepire forme riconoscibili in modelli astratti, un fenomeno noto come pareidolia", ha ricordato Eduardo Schaberger Poupeau, l'autore.
Per catturare "la balena" Poupeau ha registrato due video, uno per il disco solare e un altro per le protuberanze, ciascuno composto da 850 fotogrammi.
Corsa verso Carina
Nella foto si può vedere una scultura in pietra che raffigura un uomo che corre verso il braccio Carina della Via Lattea. L'opera fa parte di un gruppo di sculture conosciute come "Lone Men of Kaokoland", ovvero il nome con cui questa regione desertica della Namibia era conosciuta in precedenza. Nessuno sa chi le abbia realizzate né chi le abbia distribuite per il deserto.
«Nel profondo nord-ovest della Namibia, in un deserto arido dove puoi guidare per centinaia di chilometri senza incontrare un altro essere umano, si trovano numerose sculture di pietra che si fondono perfettamente con l'ambiente circostante». L'autore dello scatto, Vikas Chander, si dice determinato a fotografarle tutte.
Chander ha scattato l'esposizione dell'uomo in pietra prima di eseguire il light painting e la fusione in Photoshop. «Il braccio della Carina della Via Lattea è stato seguito e una pila di foto otto immagini sono state poi fuse con l'immagine in primo piano con le nuvole, la foschia e il bagliore all'orizzonte per creare una transizione graduale tra terra e cielo», ha spiegato.
La serpentina
La foto è stata scattata a Snettisham Beach, una spiaggia del Regno Unito famosa per le vaste distese fangose prodotte dalle maree che attirano un numero impressionante di uccelli migratori. In primo piano si vede un pontile fatiscente, costruito durante la Seconda guerra mondiale per consentire il trasporto in barca della ghiaia estratta dalle cave vicine. Il canale fangoso che si vede nella parte bassa riflette il moto apparente delle stelle nel cielo.
«Durante la Luna nuova di aprile 2023 mi sono diretto verso questo luogo - ha ricordato il fotograto Paul Haworth - Sono stato accompagnato tutta la notte dal suono degli uccelli nelle pianure: non cessavano neanche per un istante, era una colonna sonora fantastica. La linea curva del canale fangoso e le crepe nel fango simili a squame mi hanno ricordato l'immagine di un serpente»
Il drago dell'Artico
La foto ha catturato un'impressionante aurora boreale, le cui luci sembrano formare i contorni di un drago che si erge sopra l'Arctic Henge. Questo enigmatico monumento fu costruito nel 2004 su ispirazione di Stonehenge e si trova nel villaggio di Raufarhöfn nell'estremo nord dell'Islanda. L'aurora è stata il risultato di una tempesta geomagnetica generata da una significativa espulsione di materiale dalla corona solare.