Cosa c’è oltre Nettuno, l’ultimo pianeta del Sistema Solare? Lo abbiamo imparato sui banchi di scuola: c’è Plutone. Risposta corretta, ma ampiamente incompleta. È vero infatti che c’è Plutone, ufficialmente declassato "da nono a nano" nel 2006, ma non è finita lì.
Oggi sappiamo che ci sono almeno altri 839 piccoli mondi, scoperti negli ultimi anni di ricerche. Sono pianetini che, in realtà, sono di grande aiuto per comprendere come è nato il Sistema Solare. Sono anche gli inconsapevoli (ma indispensabili) volontari dei test per capire se effettivamente esiste oppure no un altro grande pianeta del Sistema Solare, il cosiddetto nuovo Nono Pianeta di cui si parla in questi anni.
Un lungo lavoro. Il Sistema Solare dei nostri giorni è molto diverso da quello che si formò ai suoi primordi, quando i grandi pianeti gassosi erano molto più vicini al Sole rispetto a oggi (solo in un secondo tempo le loro orbite si sono spostate e stabilizzate dove si trovano adesso).
Gli altri pianeti, quelli più piccoli, hanno vagato ancora di più e non è da escludere che alcuni siano finiti oltre i pianeti gassosi: la distribuzione dei piccoli pianeti nel Sistema Solare aiuta a capire come è avvenuto tutto ciò. Il gran numero di pianetini oltre Nettuno sono stati scoperti soprattutto grazie al progetto quinquennale OSSOS (Outer Solar System Origins Survey).
Si è trattato di un lavoro condotto tra il 2013 e il 2017 utilizzando la fotocamera del Canada-France-Hawaii Telescope di Maunakea, alle Hawaii.
L’indagine ha cercato e catalogato i piccoli oggetti che si muovono in otto aree del cielo vicino al piano dei pianeti e lontano dai densi campi stellari della Via Lattea. È così che sono stati identificati 840 oggetti, la maggior parte dei quali tra 6 e 83 UA (1 Unità Astronomica corrisponde a 150 milioni di chilometri, ossia la distanza media della Terra dal Sole).
Per studiare questi puntini dispersi nelle profondità del cielo, e per definirne le orbite, sono state necessarie 37.000 misurazioni avvenute nell’arco dei 5 anni. I dati raccolti permetteranno ai fisici teorici di mettere alla prova la validità dei modelli della struttura del Sistema Solare esterno.
Due classi di oggetti. Gli 840 corpi scoperti sono stati classificati in due grandi categorie: la prima riguarda gli oggetti che ricadono nel "territorio" della Fascia di Kuiper, la grande ciambella che circonda il Sistema Solare come una cintura, composta da piccoli mondi ghiacciati, e che si estende tra 37 e 50 UA. Alla seconda categoria appartengono invece gli oggetti che “danzano” con Nettuno, mentre ruota attorno al Sole, tra i quali Plutone.
Questi ultimi furono spinti nelle loro attuali orbite allungate proprio nel corso della migrazione di Nettuno verso l’esterno del Sistema Solare. Nella Fascia di Kuiper sono stati identificati 436 "piccole terre", la maggior parte delle quali orbita tra 43 e 45 UA.
Quelle che abbiamo chiamato piccole terre sono oggetti piccoli, con orbite quasi perfettamente circolari, che potrebbero essere nati proprio su quelle orbite e rimasti lì indisturbati dall’alba del Sistema Solare. Presto avremo modo di vedere da vicino uno di questi oggetti, quando la sonda New Horizons, che ha visitato Plutone nel 2015, lo sorvolerà (secondo i piani) il primo gennaio del 2019. I 313 oggetti in “risonanza” con Nettuno, invece, possiedono orbite che possono arrivare anche a 130 Unità Astronomiche.