Spazio

Quando vedremo il “secondo grande passo dell’umanità” nell’esplorazione dell’Universo?

In sessant'anni abbiamo dato un'occhiata al Sistema Solare: continueremo, ma... quando inizieremo a pensare al dopo?

Viviamo anni di anniversari dell'esplorazione dello Spazio: abbiamo celebrato i 40 anni delle sonde Voyager e, nel 2017, i 60 anni dello Sputnik, primo satellite artificiale, e dello Sputnik-2 (quello dell'inutile sacrificio di Laika). Nel 2018 saranno cinquant'anni dalla prima volta che l'uomo orbitò attorno alla Luna, e nel 2019 50 anni da quando Neil Armstrong stampò sul suolo lunare l'impronta dell'umanità.

In questi 50-60 anni abbiamo esplorato il Sistema Solare e siamo riusciti a dare un'occhiata più o meno ravvicinata a molti dei principali oggetti del nostro vicinato. Abbiamo mandato sonde attorno a Marte, e quattro rover sulla sua superficie: due sono attualmente operativi e altri si preparano a partire. Alcuni rover sono scesi sulla Luna percorrendo, lassù, decine di chilometri; sonde hanno esplorato Venere dalla sua orbita, alcune sono scese sulla superficie. Mercurio è stato studiato da vicino.

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Le tappe delle principali missioni spaziali degli ultimi anni e quel che ci aspetta nell'immediato futuro (clic sull'immagine per ingrandirla).

Americani, europei e russi si sono alleati per l'esplorazione del Sistema Solare esterno: da Giove a Saturno (con l'epica sonda Cassini), fino ai sorvoli di Urano, Nettuno e Plutone.

La sonda New Horizons, che ha osservato da vicino Plutone, raggiungerà nel 2019 un oggetto della fascia di Kuiper (MU69), regione di pianetini e comete. Abbiamo mandato macchine automatiche sugli asteroidi - riportando a Terra campioni di quel suolo - e abbiamo intercettato una cometa a 600 milioni di km dal Sole... come dimenticare le emozioni della missione Rosetta?

Nei prossimi anni nuove sonde e rover viaggeranno nel Sistema Solare: Marte e i satelliti di Giove e di Saturno sono le destinazioni più gettonate, perché possono rivelare i segreti della vita e forse conservare tracce di vita aliena, obiettivo definito "primario della ricerca spaziale". La Luna potrebbe ospitare la prima base umana permanente fuori dalla Terra...

Fan-tas-ti-co! Eppure tutto questo, compreso ciò che accadrà nell'immediato futuro, fa parte della stessa, medesima prima puntata della storia: il "primo passo" dell'uomo nello Spazio.

La Terra è la culla dell'umanità, ma non si può vivere per sempre in una culla (Konstantin Ėduardovič Ciolkovskij, 1857-1935)

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Marte: il "secondo grande passo per l'umanità".

La visione scomparsa. Il prossimo vero traguardo significativo potrebbe essere arrivare su Marte con un equipaggio: un obiettivo così complesso che si può quasi considerare un balzo piuttosto che un secondo passo... Quasi: dopotutto saremmo ancora nel cortile di casa e il Pianeta Rosso è probabilmente sterile, probabilmente mortale. Sarebbe una "sfida tecnologica" entusiasmante... se avessimo una visione da inseguire.

Negli ultimi decenni del 1800 si iniziava a pensare ai viaggi nello Spazio, in primo luogo grazie al genio dello scienziato russo Konstantin Ėduardovič Ciolkovskij: la tecnologia missilistica quasi non esisteva neppure in sogno, eppure Ciolkovskij poneva le basi teoriche per viaggi immaginati in una prospettiva futura, che si sarebbero realizzati a partire dalla metà del 1900.

Quali sono oggi i nostri pensieri spaziali immaginati in prospettiva? Abbiamo una visione da inseguire? C'è un viaggio nello Spazio da qui a uno-due secoli, nei nostri sogni?

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Tra un secolo saremo (forse) solo su Marte e sulla Luna.

Sembrerebbe di no. Ecco un esempio estremo, ma significativo della mancanza di visione. Sono già stati scoperti oltre 3.500 pianeti al di fuori del Sistema Solare e alcune decine di questi in qualche modo ricordano la Terra. Sembrerebbe ovvio cercare strade che portino l'umanità (o almeno i suoi strumenti) a esplorare da vicino quei pianeti, ma non c'è notizia di studi né di visioni in quella direzione.

È naturale che parlare di altri sistemi solari richiede un modo del tutto nuovo di considerare l'esplorazione spaziale: le distanze sono tali che, anche ipotizzando macchine in grado di raggiungere frazioni significative della velocità della luce, sarebbero necessari tempi che vanno al di là della vita di un uomo.

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Con difficoltà stiamo pensando all'esplorazione umana della Luna e di Marte, e non c'è dubbio che i problemi tecnologici siano giganteschi... e ingigantiti da una sconfortante mancanza di visione.

L'Ulisse svanito. Questo però non dovrebbe essere un ostacolo... Qualche anno fa Elon Musk (SpaceX) chiese se c'erano pionieri disposti a lasciare la Terra per stabilirsi definitivamente su Marte, senza alcuna promessa di ritorno: risposero all'appello in 250.000, tra uomini e donne.

Ciò significa che si potrebbero trovare candidati disposti anche a trasferirsi definitivamente su navi spaziali e di percorrere lo spazio profondo dando vita a nuove generazioni, fino ad arrivare a un nuovo pianeta terra abitabile, dove stabilirsi.

Sembra fantascientifico... ma non più di quanto poteva sembrare fantascientifica nel 1800 l'idea di raggiungere la Luna. Non sono i costi, l'impedimento: missioni del genere dovrebbero coinvolgere la maggior parte delle nazioni del mondo, e in un arco di tempo di qualche secolo l'impegno sarebbe sostenibile.

Allora, che cosa manca? Che cosa non c'è più tra noi e queste visioni, rispetto a un centinaio di anni fa? Probabilmente, il sogno.

16 dicembre 2017 Luigi Bignami
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