Quello condotto da un gruppo di astronomi francesi, utilizzando lo strumento HARPS (High Accuracy Radial velocity Planet Searcher) installato al telescopio da 3,60 metri dell’Osservatorio Australe Europeo (ESO) a La Silla sulle Ande cilene, è un vero e proprio censimento di comete. Ma non si tratta di comete appartenenti al nostro sistema planetario, ma in orbita attorno alla giovane stella Beta Pictoris, distante da noi circa 63 anni luce.
Si tratta del più completo censimento mai realizzato finora di comete in orbita attorno a una stella diversa dal Sole.
Ne hanno scoperte quasi 500 e apaprtengono a due famiglie distinte: le esocomete più vecchie, che sono passate più di una volta vicino alla stella, e quelle più giovani, che probabilmente derivano dalla frammentazione recente di uno o più oggetti di grandi dimensioni.
Beta Pictoris, un Sole molte giovane. Beta Pictoris è una stella giovane, ha un'età di circa 20 milioni di anni (una neonata se si paragonano i quasi 5 miliardi di anni del Sole) ed è circondata da un enorme disco di materia costituita da gas e polveri. Si tratta di un sistema planetario giovane, che sta attraversando le sue prime fasi evolutive, in cui le collisioni tra planetesimi sono molto frequenti.
All'interno del disco circumstellare, ad una distanza di circa 8 unità astronomiche dalla stella, è stato individuato un pianeta circa 8 volte più massiccio di Giove (Beta Pictoris b).
Beta Pictoris presenta condizioni molto simili a quelle che dovevano esserci nel Sistema Solare poco dopo la sua formazione, avvenuta circa 4,6 miliardi di anni fa.
Per quasi 30 anni sono stati osservati piccoli cambiamenti nella luce di Beta Pictoris che si pensava fossero causati dal passaggio delle comete di fronte alla stella. Le comete sono corpi piccoli, con dimensioni di pochi chilometri, ma contengono molto ghiaccio, che evapora quando si avvicinano alla stella, producendo gigantesche code di gas e polvere che assorbono parte della luce che le attraversa. La fioca luce delle esocomete viene sommersa dalla luce della stella brillante e perciò esse non sono visibili direttamente da Terra.
Una moltitudine di comete extrasolari. L’analisi di alcune centinaia di esocomete in un solo sistema planetario extrasolare è unica.
Le esocomete della prima famiglia hanno orbite molto diverse e mostrano un’attivita debole con bassi tassi di produzione di gas e polvere. Ciò suggerisce che queste comete abbiano esaurito le loro riserve di ghiaccio durante i numerosi passaggi vicino a Beta Pictoris. Le esocomete della seconda famiglia, invece, sono molto più attive e percorrono orbite quasi identiche.
Ciò suggerisce che i membri della seconda famiglia abbiano tutti la stessa origine: probabilmente la rottura di un oggetto più grande i cui frammenti sono in un’orbita che lambisce la stella Beta Pictoris.
Flavien Kiefer dell'Istituto di Astroficica di Parigi (CNRS), autore principale di questo nuovo studio, descrive così la situazione: «Beta Pictoris è un oggetto molto interessante! Le osservazioni dettagliate delle sue esocomete ci hanno fornito molte informazioni che aiutano a comprendere quali processi si svolgono in questo tipo di sistemi planetari giovani. Per la prima volta uno studio statistico ha determinato la fisica e le orbite di un grande numero di esocomete. Questo lavoro offre una nuova visione dei meccanismi all’opera nel Sistema Solare appena dopo la sua formazione».