Samantha Cristoforetti sarà di nuovo in orbita terrestre (anche senza i gradi militari), a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, verso la fine del 2022: è uno dei risultati di prestigio che l'Italia ha ottenuto grazie alla sua partecipazione ai programmi scientifici dell'Agenzia spaziale europea (ESA). Alla conferenza dei 22 stati membri dell'ESA è stato approvato il budget per il prossimo triennio e definite le linee guida, gli obiettivi, dell'Agenzia fino al 2023.
Nel triennio l'Italia contribuirà con 2,3 miliardi complessivi, che corrispondono al 16% per cento circa del budget dell'ESA, oggi di 14,4 miliardi di euro: il nostro Paese è il terzo in ordine di "peso" per quanto riguarda i contributi, dopo la Germania (3,3 miliardi) e la Francia (2,6 miliardi di euro). Il forte rifinanziamento è stato voluto anche per assicurare l'accesso dell'Europa allo Spazio in modo indipendente, forse già partire dal 2020; e naturalmente c'è anche la ricerca.
L'Universo. In questi tre anni si darà il via al primo rilevatore di onde gravitazionali nello Spazio, LISA (Laser Interferometer Space Antenna), che insieme alla missione Athena (Advanced Telescope for High-ENergy Astrophysics) contribuirà a studiare con maggiore dettaglio i buchi neri e a realizzare fondamentali progressi nella nostra comprensione della fisica di base dell'Universo.
L'uomo nello Spazio. L'ESA avrà un ruolo sempre più importante nell'esplorazione spaziale umana, proseguendo con le ricerche scientifiche sulla Stazione Spaziale Internazionale e contribuendo ai moduli per il Gateway, la prima stazione spaziale ad orbitare la Luna. Gli astronauti selezionati nel 2009 (tra cui la Cristoforetti) continueranno a ricevere assegnazioni di volo fino a quando non saranno stati tutti nello Spazio per la seconda volta e, nel frattempo, inizierà anche il processo di selezione per una nuova classe di astronauti, per continuare l'esplorazione europea nell'orbita bassa e verso la Luna: avremo così anche astronauti europei a camminare sulla Luna.
Il Pianeta Rosso. Poi c'è Marte, con una missione quasi fantascientifica: l'ESA ha confermato il sostegno europeo per una rivoluzionaria missione in tre fasi per la raccolta di campioni di rocce e suolo di Marte da riportare a Terra. È la Mars Sample Return, fatta dal rover Mars2020 della NASA (in partenza l'anno prossimo) per raccogliere i campioni di suolo e inserirli in contenitori che verranno però raccolti da uno speciale rover dell'ESA incaricato di portarli in orbita marziana, dove troveranno ad attenderli una terza sonda, sempre dell'ESA, che avrà il compito di riportarli a Terra.
Comunicazioni e nuovi razzi. In questo triennio l'Agenzia svilupperà i primi sistemi satellitari da integrare con le reti 5G, così come la tecnologia ottica di prossima generazione per una "rete nel cielo" che segna una profonda trasformazione nell'industria della comunicazione satellitare. Nel campo dei lanciatori l'ESA ha definito un piano di graduale transizione verso la prossima generazione di razzi: l'Ariane 6 e il Vega-C, entrambi di costruzione europea. Ma c'è di più: è stato approvato il progetto Space Rider, una navetta spaziale riutilizzabile, per adesso senza uomini a bordo.
Lo studio della Terra. Per quanto riguarda il nostro Pianeta l'ESA ha in serbo 11 nuove missioni per approfondire i grandi temi legati al cambiamento climatico, con particolare riguardo all'Artico e all'Africa. Ci sarà poi grande attenzione verso nuovi progetti per la rimozione di detriti spaziali pericolosi, progetti per l'automazione del controllo del traffico spaziale e nuovi progetti di sorveglianza per allertare tempestivamente, e possibilmente mitigare, possibili danni alla Terra da pericoli provenienti dallo Spazio, come esplosioni solari e impatti di asteroidi. A tal proposito, la missione Hera è una collaborazione con la NASA per collaudare sistemi di deviazione degli asteroidi.