Quando venne lanciato nel 1995, il satellite ERS-2 era una piattaforma di osservazione del nostro Pianeta estremamente all'avanguardia. Ora il satellite sta perdendo quota e nel pomeriggio di oggi, mercoledì 21 febbraio 2024, precipiterà in modo incontrollato nell'atmosfera terrestre. L'agenzia spaziale europea (ESA) ha fatto sapere che la maggior parte del satellite, due tonnellate di peso, brucerà durante la caduta. È comunque possibile che alcune parti, quelle più resistenti al calore, possano resistere all'intenso riscaldamento generato durante l'immersione ad alta velocità nell'atmosfera, ma le possibilità che questi frammenti colpiscano aree popolate sono scarse.
Dove e quando? Stabilirlo esattamente è difficile: molto dipende dalla densità dell'alta atmosfera, un dato influenzato anche dall'attività solare. Quel che si può dire con certezza è che il rientro avverrà tra gli 82 gradi nord e sud (quindi ovunque tranne le regioni attorno ai Poli), perché questa era l'estensione dell'orbita del satellite attorno alla Terra. I residui potrebbero atterrare sulla superficie del Pianeta all'interno di questa fascia, ma statisticamente è probabile che il materiale si disperda negli oceani.
Scarso rischio. «In ogni caso – sottolinea Mirko Albani del Dipartimento Osservazione della Terra dell'Esa - va detto che nessuno degli elementi che potrebbero rientrare nell'atmosfera (e raggiungere la superficie) è radioattivo o tossico». Se qualche frammento dovesse arrivare a Terra potrebbe trattarsi di avanzi dell'antenna del sistema "radar ad apertura sintetica", costruita in fibra di carbonio e dunque, resistente ad alte temperature.
Sentinelle all'avanguardia. L'ESA aveva lanciato due satelliti quasi identici, chiamati "Earth Remote Sensing", ERS, negli anni Novanta. A quel tempo erano gli osservatori della Terra più sofisticati in circolazione, dotati di una serie di strumenti per monitorare i cambiamenti sulla superficie terrestre, negli oceani e nell'aria.
Pionieri. ERS-1 ed ERS-2 hanno monitorato inondazioni, misurato le temperature della superficie continentale e oceanica, hanno tracciato il movimento delle aree ghiacciate e hanno rilevato gli spostamenti della crosta terrestre durante i terremoti. ERS-2, in particolare, ha studiato e seguito nel tempo anche lo strato protettivo di ozono che circonda la Terra. I due satelliti sono stati descritti come i "nonni dell'osservazione della Terra in Europa".
Previsioni avverate. ERS-2 è il primo a tornare a casa. Originariamente posizionato a 780 chilometri sopra la Terra, gli ingegneri hanno utilizzato le sue ultime riserve di propellente nel 2011 per abbassarne l'altitudine a 570 chilometri. L'aspettativa era che l'atmosfera superiore avrebbe poi trascinato la navicella spaziale verso la distruzione in poco meno 15 anni.
Questa previsione si avvererà oggi pomeriggio. ERS-1, invece, cadrà fra 100 anni. Il satellite simile a quello che sta rientrando, ossia ERS-1, si è guastato improvvisamente alcuni anni or sono prima che gli ingegneri potessero abbassarne la quota. Si trova ancora a più di 700 chilometri sopra la Terra e a quella quota potrebbero volerci anche 100 anni prima che cada naturalmente.