Dati rilevati dalla sonda dell’Esa e della Nasa Cassini hanno permesso di scoprire che sotto la crosta di Encelado, una luna di Saturno, si nasconde un oceano che interessa l’interno satellite. La deduzione della sua esistenza, perché l’oceano non è osservabile direttamente, è giunta analizzando alcune piccole oscillazioni, chiamate librazioni, che il satellite compie lungo la sua orbita attorno al pianeta degli anelli.
Che sotto la crosta ghiacciata di Encelado potesse esserci un oceano era già stato dedotto studiando i potenti getti di vapore acqueo misto a semplici molecole organiche osservati ripetutamente uscire dal Polo Sud. Ma fino allo studio recente si pensava che il mare da cui provenivano i getti d’acqua fosse localizzato in prossimità polare, formando semplicemente una grossa lente di acqua.
L’OCEANO, UNICA IPOTESI. «È stato molto difficile capire che non si trattava di un mare relativamente modesto, ma di qualcosa che interessa l’intero satellite, perché abbiamo dovuto unire lo sforzo di ricercatori di varie discipline che potessero concordare i dati di vario genere con la nuova ipotesi; i risultati sono stati positivi su tutti i fronti», ha spiegato Peter Thomas, membro del gruppo che analizza le immagini di Cassini presso la Cornell University di New York e autore della ricerca pubblicata su Icarus.
Le oscillazioni della luna lungo l’orbita che percorre attorno al pianeta non si possono spiegare se nel cuore del satellite, sotto la crosta di ghiaccio, vi è prevalentemente un corpo rigido. Mentre se vi è dell’acqua il tutto diventa più semplice.
Nel dettaglio, spiega Matthew Tiscareno, un altro ricercatore coinvolto nello studio: «Se la superficie e il nucleo fossero rigidamente legati tra loro, il nucleo lo tratterrebbe a sé così intensamente che l’oscillazione sarebbe di gran lunga inferiore di quanto abbiamo osservato. Questo dimostra che ci deve essere uno strato di liquido molto profondo a separare la superficie dal nucleo».
Oceano liquido, ma grazie a che cosa? La scoperta tuttavia, pone diverse domande. La principale è: «Che cosa offre energia sufficiente per mantenere l’acqua a una temperatura tale da non ghiacciare?» Mentre per altri satelliti di Giove, come Europa, l’energia viene fornita dalle forze mareali del pianeta, su Encelado queste forze sembrano essere troppo deboli. Tuttavia al momento risulta essere l’unica risposta plausibile.
Un’altra domande che ci si pone è: «Può quell’oceano contenere semplici forme di vita?». La risposta potrebbe essere positiva, visto anche la presenza di molecole organiche nei pennacchi di vapore usciti e fotografati al Polo Sud.
ATTESA PER IL PROSSIMO SORVOLO. Il prossimo 28 ottobre Cassini sorvolerà la superficie della Luna a soli 50 chilometri di altezza. Forse ciò potrebbe aiutare a rispondere ad alcune delle domande ancora aperte.
Per Carolyn Porco, a capo del team di analisi delle immagini di Cassini presso lo Space Science Institute di Boulder in Colorado, questo lavoro illustra in maniera eccellente la complessità di questi studi e i diversi ambiti di indagine scientifica che coinvolgono: le misurazioni principali sono state contrassegnate manualmente; la geometria del satellite è stata stimata a partire da una conoscenza precisa della posizione della sonda, dal monitoraggio del segnale radio di Cassini e dalle immagini raccolte dalla sonda.