In attesa del lancio della sonda Insight, previsto per il 2018 e che studierà il suolo di Marte, la NASA ha presentato il rover che nel 2020 scenderà sulla superficie marziana per esplorare una nuova area del pianeta rosso.
A prima vista sembra del tutto identico al suo predecessore, il rover Curiosity che in questo momento sta esplorando il cratere Gale. Ma il nuovo, che al momento non ha ancora un nome proprio, presenta diverse peculiarità: possiede sette nuovi strumenti, ruote ridisegnate e una maggiore autonomia decisionale.
Come Curiosity invece, avrà un trapano che permetterà di penetrare la roccia marziana di alcuni centimetri e un sistema del tutto innovativo permetterà di sigillare i campioni all'interno di piccoli contenitori che saranno pronti in vista di una possibile futura missione che possa portarli a Terra.
Il gruppo di lavoro cercherà di preparare almeno 20 campioni marziani, ma si spera di arrivare anche a 30 o 40.
Indizi di vita passata. L'arrivo sulle pianeta rosso di un vero e proprio rover di dimensioni paragonabili a quelle di una piccola utilitaria seguirà la stessa procedura che vide l'atterraggio di Curiosity: una particolare gru, che rimarrà sospesa ad alcuni metri d'altezza sostenuta da razzi in grado di vincere la forza di gravità di Marte, depositerà sulla superficie il rover della NASA attraverso delle corde. Sarà nuovo invece il lavoro dei computer di bordo, i quali, durante la fase di discesa confronteranno il paesaggio osservato dalle macchine fotografiche con quello di carte precaricate, così da raggiungere il luogo di atterraggio con estrema precisione.
Spiega Jim Watzin, Direttore del Mars Exploration Program della NASA: «Circa l'85% della massa del nuovo rover è costituito dall’hardware di Curiosity. In pratica il lavoro fatto con Curiosity ha permesso di risparmiare denaro, tempo e soprattutto ci ha detto che il sistema è valido». In altre parole il nuovo rover vedrà solo una serie di nuovi strumenti o strumenti ancora più perfezionati rispetto al precedente, ma per il resto sarà del tutto simile.
Obiettivi scientifici. Il rover 2020 cercherà strutture microscopiche che possano aiutare a capire se un tempo vi era vita. Uno spettrometro a raggi X studierà granelli di roccia grandi come briciole di sale da tavola, mentre un laser ultravioletto rileverà il bagliore degli atomi di carbonio di diverso tipo per cercare di capire la provenienza, se da materiale organico o inorganico.
Uno strumento particolarmente interessante sarà il radar in grado di penetrare il terreno fino a 10 metri di profondità così da avere un quadro della struttura di Marte che non sia solo quella superficiale.
Le ruote saranno diverse da quelle di Curiosity visto il gran numero di buchi che si sono creati al loro interno.
Foto in HD e 3D. Vi saranno inoltre set di macchine fotografiche a colori in HD e in grado di fare riprese in 3D molto sofisticate (di cui vi abbiamo già raccontato nel dettaglio) e un laser in grado di vaporizzare le rocce e il suolo per analizzare la loro struttura chimica.
Il luogo di atterraggio non è ancora stato definito. Nello scorso mese di febbraio la comunità scientifica aveva limitato la lista dei potenziali siti di discesa da 8 a 3.
Il primo è un antico fondale chiamato Cratere Jezero, il secondo si trova a nord est di Syrtis, dove acque calde potrebbero avere interagito chimicamente con le rocce del sottosuolo, il terzo dove esisterebbero testimonianze di quelle che furono sorgenti calde in prossimità di Columbia Hills.
La scelta finale avverrà verso la fine del prossimo anno.