No, non è possibile. Non esiste alcun dispositivo che consenta di “eliminare” in modo artificiale la forza di gravità da una stanza.
Per prepararsi alle condizioni che troveranno in orbita, gli astronauti hanno però altre due possibilità. La prima sono gli allenamenti in piscina. Opportunamente “bardati”, possono sfruttare la spinta dell'acqua per ottenere un'assenza di peso fittizia, un po' come fanno i sub quando sono in uno stato neutro di galleggiamento (che cioè non li fa affondare né venire a galla).
Oppure possono allenarsi su aerei speciali che compiono traiettorie a forma di parabola (si parla quindi di “voli parabolici”). Ogni parabola si divide in tre parti: nella prima l'aereo si “arrampica” in cielo fino ad arrivare a un'inclinazione di circa 50° rispetto al suolo. Poi spegne i motori e inizia una fase di “caduta libera”, in cui si comporta esattamente come un sasso lanciato per aria: per un po' sale, poi, esaurita la spinta, precipita verso terra. In questa fase, tutto ciò che non è vincolato all'aereo rimane per 20-25 secondi in assenza di gravità (anche se sarebbe più corretto parlare di “microgravità”, poiché qualche piccola accelerazione residua è sempre presente). La fase a “zero-g”, quindi, è in parte in salita (fino a che l'aereo raggiunge l'apice della traiettoria) e in parte in discesa. Infine, il pilota dà potenza ai motori e riporta orizzontale il velivolo.
È grazie ai voli parabolici, per esempio, che sono state girate le scene “spaziali” del famoso film Apollo 13.