Partenza perfetta per l’ultimo lancio di SpaceX verso la Stazione Spaziale Internazionale. Ieri (14 aprile), quando in Italia era sera, da Cape Canaveral ha preso il via il sesto lancio della capsula Dragon con diverse centinaia di chilogrammi di materiale da portare ai membri della stazione orbitante, inclusa una macchina per il caffè che servirà per una serie di esperimenti sui fluidi (oltre che per fare il caffè).
Ora la navicella si trova in orbita terrestre e gradualmente verrà fatta avvicinare alla Iss, finché venerdì prossimo verrà catturata con il braccio robotizzato della stazione e infine agganciata alla struttura.
Troppo veloce! C'era molta attesa per questo lancio, che aveva anche un altro obiettivo importante, quello di far rientrare il primo stadio del razzo Falcon 9, integro, su una piattaforma nell'Atlantico. È un obiettivo importante sia sul versante delle tecnologie di controllo impiegate sia per recuperare il lanciatore e abbattere così i costi di lancio. In breve, terminata la spinta e in caduta verso Terra, a un certo punto il lanciatore dovrebbe aprire le “zampe” e, usando uno dei motori, rallentare fino ad appoggiarsi in verticale sulla piattaforma.
Ma il tentativo non è andato a buon fine. Il razzo è arrivato in prossimità della piattaforma a una velocità troppo elevata per riuscire a mantenere la verticale e si è schiantato sulla piattaforma. Anche un tentativo precedente, il 12 gennaio scorso, era finito più o meno allo stesso modo: in quell'occasione erano probabilmente state le cattive condizioni meteo a condizionare maggiormente le operazioni.
A giugno un altro tentativo. Elon Musk, il proprietario di SpaceX, non si dà per vinto e afferma di avere già messo in conto la possibilità che i primi tentativi sarebbero falliti. Molto probabilmente ritenterà l’operazione con il lancio di un Falcon 9 nel prossimo mese di giugno.
La nuova strada. Conclusa l'epoca delle navette Space Shuttle, quella dei razzi riutilizzabili sembra quella che nei prossimi anni garantirà le maggiori riduzioni di costi. Ne è convinta anche la Ula, la più importante azienda americana che costruisce razzi, che proprio in questi giorni ha presentato un lanciatore parzialmente riutilizzabile, Vulcan, che nelle intenzioni dovrebbe essere operativo a partire dal 2019.