Fin da quando venne scoperta l’esistenza del vento solare, nel 1950, il costante flusso di particelle cariche dal punto di vista elettrico che vengono emesse dal Sole, è rimasto un affascinante mistero.
Il vento solare, infatti, nasce sotto forma di filamenti, proprio come i raggi del Sole che disegna un bambino, ma a “poca” distanza dalla stella i filamenti si diramano fino a diventare un vero e proprio vento. Questo passaggio, che finora non era mai stato osservato, è stato invece colto dal Solar Terrestrial Relations Observatory (STEREO), un osservatorio spaziale della Nasa. Lo studio è stato pubblicato su The Astrophysical Journal.
Come una pistola ad acqua. La ricerca ha dimostrato che la miscela di particelle cariche che lasciano il Sole ad altissime temperature, formando un plasma, sono guidate dalle linee del campo magnetico. Ma quando il plasma si allontana dalla stella le cose cambiano: il Sole inizia a perdere il controllo del campo magnetico e la pressione del plasma fa si che le particelle di disperdano allontanandosi le une dalle altre.
Spiega Craig DeForest, autore dello studio, fisico al Southwest Research Institute di Boulder (Colorado): «A un certo punto il materiale espulso dalla nostra stella si comporta come un gas e non più come un plasma guidato dal campo magnetico del Sole».
È un po’ quello che succede con una pistola ad acqua: dapprima si ha un getto ben definito, che poi si suddivide in goccioline sempre più piccole fino a formare una nebbia. Nel Sole tutto questo avviene a circa 30 milioni di chilometri dalla superficie esterna, una distanza finora impossibile da studiare nei dettagli come invece è riuscito a fare STEREO.
La ricerca è fondamentale per capire l’origine del vento solare che tanto interessa il nostro pianeta, con le sue importanti ricadute sul funzionamento delle nostre tecnologie.