Spazio

Dopo la ISS: le nostre case spaziali del futuro

Se tutto va bene, la Stazione Spaziale Internazionale sarà utilizzabile per altri 10 anni. E poi?

Ancora sei, sette anni di piena attività, fino alla fine ufficiale, nel 2028: la Stazione Spaziale Internazionale resterà in servizio ancora qualche tempo, prima che le sue componenti, installate a partire dal 1998, inizino a deteriorarsi, con il rischio di pregiudicare la sicurezza di chi vi abita e lavora. Ma quando la base orbitante andrà in pensione, tra 10 anni al massimo, come sarà sostituita? Quali avamposti spaziali accoglieranno gli astronauti in missione, o i facoltosi turisti spaziali privati?

1. La Chinese Large Modular space station. A fare notizia in questi giorni è la Tiangong-1, la base spaziale cinese che nelle prossime settimane rientrerà in modo incontrollato nell'atmosfera terrestre (per approfondire). Tuttavia la Cina ha in serbo il piano ambizioso di costruire nello Spazio una grande stazione spaziale modulare, come la Mir e la Iss, il cui nucleo dovrebbe essere lanciato nel 2019 (ma la data è già stata rinviata più volte). La Chinese Large Modular space station sarà forse assemblata in orbita bassa entro il 2022: una volta terminata, avrà una massa di 80-100 tonnellate.

Una rappresentazione artistica della Chinese Large Modular space station. © Chinese News Service

Il Deep Space Gateway della Nasa. Questa stazione da collocare in orbita cislunare (tra la Terra e la Luna) sarà realizzata dall'agenzia spaziale USA insieme a Roscosmos a partire dal 2023. Servirà da avamposto orbitante per le prossime missioni umane sulla Luna e su Marte, e sarà costituto da quattro moduli principali, ciascuno della massa di 10 tonnellate. Una volta ultimata, questa base avrà una massa pari a un decimo di quella della Iss, e alla metà della futura grande base cinese.

I dettagli del progetto non sono ancora del tutto noti, e intanto la Nasa ha fatto sapere di essere aperta a nuove proposte e tecnologie di compagnie spaziali private. Per esempio, il Deep Space Gateway potrebbe sfruttare i moduli gonfiabili della Bigelow attualmente testati sulla ISS.

Il Deep Space Gateway, così come dovrebbe apparire una volta assemblato: un'illustrazione. © Boeing

B330. Questo modulo gonfiabile che prende il nome dal numero di metri cubi di volume disponibile (330, appunto) sarà sviluppato dalla Bigelow Aerospace per supportare le missioni scientifiche in microgravità, e offrire protezione dalle micro collisioni spaziali: la sua "pelle" spessa quasi mezzo metro, una volta espansa è resistente come cemento, e offre dai 24 ai 36 strati di protezione contro micrometeoriti, radiazioni e temperature estreme.

Il rapporto tra massa e spazio abitabile è molto più vantaggioso rispetto a quello offerto dai moduli rigidi: la Bigelow sta infatti lavorando per essere compatibile con basi orbitanti e veicoli spaziali di diverse altre compagnie spaziali private, nonché agenzie spaziali nazionali. Uno di questi accordi, con la United Launch Alliance, prevede di lanciare un B330 nel 2024.

Il modulo gonfiabile B330 della Bigelow, agganciato alla capsula Dragon di SpaceX. © Bigelow

Axiom. La società privata Axiom Space ha in mente una soluzione originale: attaccare un proprio modulo alla Iss, che possa sopravvivere anche quando la base verrà smantellata, e utilizzarlo per la produzione di merci "made in Space", che sfruttino l'assenza di peso per migliorare il processo produttivo. Alcune di queste merci potrebbero tornare a Terra: la fibra ottica realizzata in condizioni di microgravità sembra essere, per esempio, esente da imperfezioni. Il modulo potrebbe essere agganciato alla Iss già nel 2020.

La stazione spaziale privata Axiom, una "fabbrica" orbitante. © Axiom

L'hotel spaziale russo. A fine 2017 l'agenzia spaziale russa ha annunciato la futura realizzazione del primo hotel spaziale privato da agganciare alla ISS, in un modulo che sarebbe realizzato entro il 2022 dalla RKK Energija (una società russa che ne sta anche costruendo uno dedicato alla ricerca scientifica nello Spazio). L'habitat dovrebbe offrire, in 92 metri quadrati pressurizzati, 4 cabine private con finestre di 23 cm di diametro per osservare la Terra dall'alto. Prevista anche un'area ristoro, con attrezzature da palestra e WiFi. Il costo? 40 milioni di dollari (32,5 milioni di euro) per una settimana di soggiorno: più altri 20 (16 milioni di euro), per chi vuole cimentarsi in una passeggiata spaziale.

21 marzo 2018 Elisabetta Intini
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