È impossibile simulare l'impatto catastrofico che diede origine alla Luna, ma alcuni eventi del passato più recente possono aiutarci a ricostruire la storia geologica del nostro satellite. Studiando il sito del primo test nucleare, un gruppo di scienziati ha formulato un'ipotesi sul perché la Luna abbia così poca acqua e sia povera di elementi volatili (che tendono, cioè, ad evolvere spontaneamente verso lo stato aeriforme).
Apocalisse. Il 16 luglio 1945, nel corso del Trinity Test, gli Stati Uniti fecero esplodere in un deserto del New Mexico la prima bomba nucleare, un ordigno con un carica equivalente a 20 kilotonnellate di tritolo: l'esplosione portò istantaneamente l'area circostante a temperature superiori agli 8000 °C e produsse pressioni vicine a 80.000 atmosfere. Queste condizioni sono simili a quelle che si verificarono quando l'impatto tra la Terra e un corpo celeste delle dimensioni di Marte diede origine alla Luna.
Un tesoro di informazioni. Il Trinity Test ha lasciato una traccia visibile: una piana vetrosa di colore verde generata dalla fusione della sabbia del deserto, la trinitite. Gli scienziati della Scripps Institution of Oceanography in California, hanno studiato la distribuzione di zinco in campioni di trinitite presi a diversa distanza dal sito dell'esplosione.
Spariti. I vetri più vicini al luogo della detonazione sono anche quelli con minori quantità di zinco, e in particolare con meno quantità di isotopi leggeri del minerale, evaporati con l'esplosione; gli isotopi più pesanti sono rimasti invece all'interno dei campioni.
Lo zinco e altri elementi volatili potrebbero essere quindi evaporati dalla Luna durante la collisione o nelle fasi immediatamente successive, complici le altissime temperature. Lo studio mette in dubbio l'ipotesi, avanzata in passato, secondo la quale l'interno della Luna conterrebbe acqua, in modo analogo al mantello terrestre.