Questa immagine mostra ciò che resta della supernova W44: è una combinazione dei dati in radiazione infrarossa e X ottenuti, rispettivamente, dai telescopi spaziali Herschel e XMM-Newton, dell'Agenzia spaziale europea (ESA).
L'immagine mostra ciò che rimane dell'esplosione di una stella molto massiccia che morendo ha espulso tutti i suoi strati esterni lasciandosi dietro solo il nucleo, collassato in una stella di neutroni in rapidissima rotazione, cioè una pulsar.
Questa esplosione si è verificata nel mezzo di una densa nebulosa situata a circa 10.000 anni luce di distanza in direzione della costellazione dell'Aquila ed è uno dei migliori esempi che abbiamo di un resto di una supernova che interagisce da vicino con una nebulosa.
La pulsar (PSR B1853+01), la parte più luminosa dell'immagine, è tutto ciò che rimane della stella, arrivata violentemente alla fine del suo ciclo evolutivo. La pulsar si è probabilmente formata circa 20 mila anni fa e, come tutti questi oggetti, nella sua vorticosa rotazione produce un vento di particelle ad altissima energia e radiazioni che vanno dalle onde radio ai raggi X. Il centro della supernova è estremamente brillante nei raggi X a causa dell'emissione prodotta dal gas surriscaldato dalla radiazione dell'esplosione fino ad alcuni milioni di gradi.
Gli occhi infrarossi di Herschel sono riusciti a percepire però anche le tracce degli strati di gas più esterni e freddi: sono queste le zone più interessanti, perché è dove il materiale in espansione si sta muovendo e perturbando parte del gas e della polvere della nebulosa vicina. Questi meccanismi sono quelli che portano al collasso di parte della nube e innescano la formazione di nuove stelle.
Più in generale, un grande numero di oggetti più densi dell'ambiente circostante sono visibili in tutta la zona di confine e potranno un giorno diventare nuove stelle. Insomma, da una parte abbiamo la violentissima morte di una stella e il calore rilasciato insieme alla pulsar, dall'altro tutte queste nuove stelle che nasceranno proprio spinte dalla forza di questa esplosione. Con ogni probabilità, anche il nostro Sole, poco più di 4,5 miliardi di anni fa, ebbe origine a seguito dell'esplosione come supernova di una stella vicina.