Se ogni volta che leggete di un nuovo mondo alieno appena scoperto vi passa un brivido lungo la schiena, è il momento di scatenare l'immaginazione. Nei prossimi mesi avrete la possibilità di "battezzare" un esopianeta con il nome che preferite (pur con alcune limitazioni).
Brainstorming globale. L'International Astronomical Union (IAU), l'istituzione che da quasi un secolo è ufficialmente incaricata di trovare un nome a pianeti, satelliti e asteroidi del Sistema Solare, ha lanciato il concorso NameExoWorlds, un appello crowd sourcing a trovare un nome meno incomprensibile per una ventina, o una trentina, di pianeti extrasolari.
Un nome, un programma. Finora sono circa 1800 gli esopianeti individuati dagli astrofisici, alcuni dei quali molto simili alla Terra. Ma ricordarsi anche solo uno dei loro criptici nomi (OGLE-05-390L b, HD 69830 d, PSR 1257 12 c, tanto per citarne alcuni) è un'impresa da pochi.
Così la IAU ha selezionato 305 pianeti extrasolari tra i più studiati che, da settembre, saranno sottoposti alla libera votazione di organizzazioni no-profit e circoli di astrofili: il loro compito sarà sceglierne 20 o 30 e proporre un nome per uno di essi. Da marzo il voto sarà aperto ai singoli: chiunque potrà esprimere una preferenza tra i nomi proposti per ciascun esopianeta, anche se l'ultima parola spetterà alla IAU, che annuncerà le decisioni definitive ad agosto.
Le regole. I nomi scelti dovranno essere liberi da copyright: sono escluse a priori quindi, proposte tratte da libri, canzoni, film e telefilm; vietato proporre nomi di animali (come quello della mitica cagnolina astronauta Laika), nomi impronunciabili o più lunghi di 16 caratteri; non saranno accettati neanche nomignoli afferenti a organizzazioni religiose, politiche o militari.







Un escluso eccellente. Una serie di limitazioni piuttosto rigida che ha ricevuto alcune critiche, così come sono stati criticati alcuni criteri nella pre-selezione dei pianeti. La IAU ha infatti scelto di "iscrivere" al concorso solo esopianeti scoperti fino al 2009, escludendo di fatto il malloppo di nuove Terre trovato dal telescopio Kepler. Ed è stato incluso anche Gliese 581 d, che secondo recenti studi potrebbe non esistere affatto.