Oggi è un giorno importante per la storia dell'uomo e dell'esplorazione spaziale. Quindici anni fa, il 2 novembre 2000, la Stazione Spaziale Internazionale veniva abitata per la prima volta da un equipaggio internazionale. Si trattava della Expedition 1, la prima spedizione di astronauti e cosmonauti che avrebbero abitato il nostro avamposto nello spazio per un lungo periodo. Da quel momento la Stazione Internazionale è stata sembre abitata, senza soluzione di continuità. Ma non solo: la "conquista dello spazio", fino ad allora mossa dalla competizione tra le potenze della terra, prendeva una nuova strada, quella della cooperazione di tutti: Stati Uniti, Russia, i Paesi dell'Europa e altri ancora.
Tuttavia la storia della ISS non è iniziata quel 2 novembre del 2000.
La spinta di Reagan. Era il 25 gennaio 1984 quando il presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan annunciò che la Nasa avrebbe invitato le nazioni amiche a collaborare nella creazione di una stazione spaziale abitata.
Per prima cosa partirono i negoziati con Canada, Europa e Giappone per la creazione di un avamposto inizialmente denominato Freedom, Libertà.
Poi fu la volta della firma per collaborazioni dirette con le singole nazioni. L’Italia, tramite l’Asi, sfruttò bene le competenze che aveva acquisito con la costruzione dello Spacelab per stipulare con la Nasa accordi bilaterali specifici per fornire moduli abitativi. Agli inizi degli Anni Novanta fu la volta della firma per la collaborazione con la Russia, seguita da altri Paesi.
La Russia divenne immediatamente protagonista di questa nuova avventura spaziale e, seppur finanziato dagli Stati Uniti, tra il dicembre del 1994 e il gennaio del 1998 costruì il modulo Zarya (Alba), un nome pieno di significati.
IL PRIMO MODULO: ALBA. Il 20 novembre 1998 Zarya venne lanciato dalla base spaziale russa di Baikonour. Il modulo progettato per volare da solo e in modo autonomo per un periodo non superiore agli otto mesi, si autosostenne per circa 2 anni. Infatti la costruzione del secondo modulo della Stazione Spaziale, lo Zvezda, si era prolungata a causa di vari ritardi.
Nel frattempo però, come un enorme giocattolo in Lego che fluttua a 400 km di altezza, il modulo Zarya era stato raggiunto e collegato al modulo Unity, che doveva servire per la connessione di altri moduli a quello già in orbita, una struttura che in astronautica viene chiamato “nodo”.
L'ora del PRIMO EQUIPAGGIO. A questo punto fu la volta dei primi astronauti e di Expedition 1: William Shepherd, Sergei Krikalev e Yuri Gidzenko vennero lanciati con una Soyuz il 31 ottobre del 2000 ed entrarono nella stazione spaziale il 2 novembre.
La casa spaziale riceveva i primi inquilini e non sarebbe mai più stata disabitata.


Era il primo equipaggio a rimanere per un tempo relativamente lungo (rimasero per 141 giorni), a bordo della nascente stazione orbitale. Ritornarono a Terra con una missione dello Space Shuttle. Fu una spedizione perfetta senza alcun tipo di incidente grande o piccolo.
Il primo europeo? un italiano! Nel 2001 arrivò un nuovo modulo, il Destiny, un laboratorio costruito negli Stati Uniti.
Sempre in quell’anno Umberto Guidoni, astronauta italiano, face visita ai tre astronauti della ISS durante un volo dello Space Shuttle Endeavour, diventando il primo astronauta europeo a visitare la stazione in costruzione.
FRENATA DOPO L’INCIDENTE AL COLUMBIA. Sembrava che la realizzazione dell'avamposto nello Spazio non vedesse soste, ma la tragedia dello Shuttle Columbia nel 2003 bloccò i voli della navetta spaziale e con essi la crescita della Stazione Spaziale.
Questo stallo obbligò a rivedere i piani di costruzione della ISS che venne ridimensionata rispetto alle previsioni iniziali. Anche gli equipaggi subirono un ridimensionamento. La configurazione attuale di sei uomini o donne venne raggiunta soltanto nel 2009, con 6 anni di ritardo. Per molto tempo - dal 2003 al 2006 - la Stazione venne abitata soltanto da due persone.


VIVRà ALMENO FINO AL 2024. Difficile e forse noioso ricordare l’avvicendamento che ha permesso di avere una stazione spaziale a 400 chilometri di quota. Tuttavia l'infografica della Nasa qui sotto ricorda qualche numero dell’imponente lavoro fin qui fatto e che dal 2011 vede la stazione orbitale nella sua struttura finale:
Al momento le nazioni che hanno partecipato alla costruzione della Stazione Spaziale Internazionale hanno sottoscritto che la manterranno in attività fino al 2024. Cosa succederà dopo non è ancora stato stabilito.
