Dopo i due rover gemelli Spirit e Opportunity, anche il loro fratello maggiore (per dimensioni), Curiosity, ha scoperto le sue prime meteoriti. Si tratta di due blocchi di ferro, rispettivamente, di circa 2 metri e 70 cm di lunghezza, che sono stati battezzati con il nome Libano e Libano B.
La prima meteorite su Marte fu scoperta da Opportunity nel 2005, vicino al suo luogo di atterraggio in Meridiani Planum. Anche in questo caso si trattava di una meteorite metallica. I due grossi blocchi di ferro appena scoperti hanno una superficie molto irregolare in cui sono presenti dei buchi e delle fossette (dette remaglipti) causate dall’ablazione prodotta quando hanno attraversato l’atmosfera del pianeta rosso ad altissima velocita.
Il loro aspetto è simile a quello della meteorite metallica, che io stesso trovai nelle vicinanze del cratere da impatto Kamil (Egitto), unico pezzo che si distaccò dal corpo principale prima che questo si schiantasse al suolo, dando origine a un cratere di 45 metri di diametro. In quel caso si trattava di un pezzo metallico (80% ferro, circa 20% nichel) lungo più di 70 cm e del peso di 83 kg). Date le dimensioni analoghe, anche la più piccola delle due meteoriti marziane dovrebbe avere una massa analoga.
Bombardamenti frequenti. Le meteoriti devono essere molto numerose su Marte, in quanto la sua tenue atmosfera riesce a fare scudo soltanto alle più piccole e perché l’ambiente estremamente secco tende a conservarle bene per tempi lunghissimi, nell’ordine dei milioni di anni.
I risultati di uno studio eseguito nel 2000 hanno stimato che su Marte - per ogni chilometro quadrato - potrebbero esserci tra 500 e 500.000 meteoriti con massa superiore a 10 grammi.
Curiosity il prossimo 6 agosto compirà due anni di attività sulla superficie marziana. È ancora in rotta verso il Monte Sharp, la montagna al centro del cratere Gale che tenterà di scalare. I progressi nel cammino del rover, però, sono stati molto più lenti del previsto, in parte per i tempi necessari a svolgere le indagini geologiche, ma anche perché le ruote del rover stanno subendo più danni di quanto si fosse ipotizzato a causa dell’accidentato suolo marziano.