Da quando il rover Curiosity è atterrato su Marte sono passati circa 2.530 Sol, ossia i giorni solari medi del Pianeta Rosso, che sono di una trentina di minuti più lunghi di quelli sulla Terra. Dopo una breve pausa, dal 28 agosto al 7 settembre, quando Marte era dalla parte opposta del Sole rispetto alla Terra e non era possibile stabilire una comunicazione affidabile, il rover della Nasa è tornato in piena attività e, come da programma, ha portato a termine tutti i compiti correlati alla perforazione iniziata prima della congiunzione: qui sotto, un breve video della Nasa (NASA/JPL/Caltech) illustra in modo molto semplice e chiaro le problematiche legate all'allineamento Marte-Sole-Terra.


Le analisi preliminari sul materiale prelevato il Sol 2.524 dalla posizione denominata Glen Etive 1 saranno adesso inviate al dipartimento di geologia planetaria della University of New Brunswick (Canada) per ulteriori studi. La trivellazione ha lasciato pareti estremamente lisce e questo ha poi permesso al laser di bordo di effettuare delle analisi precise della composizione mineralogica dei vari strati che si possono osservare lungo le pareti del foro (il laser nebulizza la roccia e alcuni strumenti analizzano i componenti chimici).
«Questo ci permetterà di determinare la composizione chimica del materiale esterno e di confrontarlo con quello del nuovo scavo di sei centimetri, per verificare se ci sono delle variazioni consistenti», afferma la geologa Lucy Thompson (New Brunswick University). Questo perché è già stata riscontrata una variazione nella composizione del suolo che differenzia quel che c'è nei primi due centimetri di profondità rispetto a quello c'è appena più sotto. In più, è già stata pianificata un'altra perforazione (Glen Etive 2, nei Sol 2.525-2.528), abbasta vicino alla precedente, dove però sembra che il tipo di suolo sia differente.